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Diffida sempre di chi si presenta come una pecora mansueta!

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By Antonio Guillem/Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 26/06/19

Per quanto amorevole deve essere un pastore, delle volte per salvare l’amore deve anche avere la capacità di dire cose scomode, di alzare la voce, di essere capace di gesti forti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». (Mt 7,15-20)

“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”. La saggezza popolare ha fatto talmente tanto propria questa pagina del Vangelo, che ha coniato un detto che dice così: “Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima”. È un po’ come dire che bisogna diffidare sempre da chi si presenta eccessivamente come una mansueta pecora. Per quanto amorevole deve essere un pastore, delle volte per salvare l’amore deve anche avere la capacità di dire cose scomode, di alzare la voce, di essere capace di gesti forti. Non sempre l’aspetto coincide con ciò che uno è dentro. Ma c’è un modo per capire cosa c’è dentro: sono i frutti. “Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni”. Una volta, un buon vescovo andò in visita pastorale in una delle parrocchie più importanti della sua diocesi. Tutto funzionava alla perfezione. Tutto era ben organizzato come la migliore delle aziende. Ma dopo che gli ebbero raccontato e presentato tutto, questo vescovo domandò: in cinquant’anni di vita di questa parrocchia quante vocazioni sono venute fuori? Ci fu un lungo silenzio. Poi un anziano rispose: nessuna padre! E quel vescovo, uomo di immensa spiritualità e infinita tenerezza, disse: questa pianta è tutta foglie ma in realtà è sterile. Ho raccontato questo fatto vero non perché voglio concludere dicendo che i frutti di una comunità sono per forza le vocazioni, ma se ho intuito bene dal ragionamento di quel vescovo se una comunità non suscita scelte forti, voglia di mettersi in gioco, e desiderio di donare la vita, allora c’è qualcosa che non funziona anche se tutto apparentemente funziona alla perfezione. Tutto questo lo si può riportare anche nella vita di ognuno di noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre amicizie. Dai frutti si capisce che bene c’è al fondo di ciò che sembra bene.
(Mt 7,15-20)
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