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Perché lo Spirito è venuto con vento e lingue di fuoco?

POPE AUDIENCE

Antoine Mekary | ALETEIA | i.Media

Philip Kosloski - pubblicato il 20/06/19

Papa Francesco sul perché la venuta di Dio a Pentecoste è nuova e al contempo non lo è

Nella sua serie di catechesi del mercoledì sugli Atti degli Apostoli, Papa Francesco ha ripreso il racconto della Pentecoste, quando lo Spirito Santo è sceso sugli apostoli 50 giorni dopo la Pasqua nella Sala Superiore “in quel cenacolo che è ormai la loro casa e dove la presenza di Maria, madre del Signore, è l’elemento di coesione”.

Gli apostoli erano riuniti lì in preghiera, ha indicato il Papa, sottolineando che “la preghiera è il ‘polmone’ che dà respiro ai discepoli di tutti i tempi; senza preghiera non si può essere discepolo di Gesù; senza preghiera noi non possiamo essere cristiani! È l’aria, è il polmone della vita cristiana”.

In mezzo a questa preghiera, l’“irruzione di Dio” sorprende gli apostoli.

Lo Spirito Santo viene con vento e lingue di fuoco. Francesco ha spiegato come questa presenza richiami le rivelazioni di Dio dell’Antico Testamento.




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Lo Spirito “spalanca le porte attraverso la forza di un vento che ricorda la ruah, il soffio primordiale”.

La ruah è il “vento potente” che “aleggia sulle acque” nei primi versetti della Genesi, quando Dio ha creato i cieli e la terra.

Gli Atti degli Apostoli dicono che questo vento “impetuoso” giunse all’improvviso dall’alto e “riempì tutta la casa dove stavano”.

Il vento è poi affiancato dal fuoco, che ricorda il roveto ardente e il Sinai, quando Dio ha donato i 10 Comandamenti.

“Nella tradizione biblica il fuoco accompagna la manifestazione di Dio. Nel fuoco Dio consegna la sua parola viva ed energica (cfr Eb 4,12) che apre al futuro; il fuoco esprime simbolicamente la sua opera di scaldare, illuminare e saggiare i cuori, la sua cura nel provare la resistenza delle opere umane, nel purificarle e rivitalizzarle”.

C’è però una differenza fondamentale in questa manifestazione, ha indicato il Papa. Sul Sinai è la voce di Dio a parlare, ma ora, a Gerusalemme a Pentecoste, è Pietro, la roccia, il primo Papa della Chiesa di Cristo a farlo.

“La sua parola, debole e capace persino di rinnegare il Signore, attraversata dal fuoco dello Spirito acquista forza, diventa capace di trafiggere i cuori e di muovere alla conversione. Dio infatti sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere i forti”.

La Chiesa, ha indicato il Santo Padre, è quindi nata da questo fuoco d’amore che divampa e “manifesta la forza della Parola del Risorto intrisa di Spirito Santo”.

La nuova e definitiva Alleanza non è più fondata su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio che fa nuove tutte le cose ed è incisa in cuori di carne.

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Antoine Mekary | ALETEIA | i.Media

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