Muolo premette: qualcuno sostiene si tratti di un business e accusa la Chiesa (dal Vaticano in giù) di lucrare su questa accoglienza, facendo leva sulla cifra di 35 euro per profugo che lo Stato riconosce a chi se ne occupa. Spesso poi vengono forniti dati e cifre a sostegno di questa tesi. Peccato che siano quasi sempre totalmente errati.
L’articolo di Libero
L’autore de “I Soldi della Chiesa” smentisce con decisione un articolo apparso sul quotidiano Libero nel settembre del 2018 dal titolo: “Con l’assistenza ai profughi la Cei incassa 1,8 miliardi”.
A leggere poi il corpo dell’articolo non si capisce da dove arrivino questi soldi, perché si fa la solita confusione tra 8xmille (il cui gettito in realtà, nel 2018 è stato poco meno di un miliardo, e non va, come abbiamo spiegato, tutto all’assistenza ai profughi, anzi) e altri cespiti.
Secondo i dati riferibili al settembre del 2018, i profughi ospitati in strutture rapportabili alle diocesi e alle Caritas diocesane erano a quell’epoca 23mila. Di questi, 20mila in regime di convenzione con il Ministero dell’Interno, secondo le normative vigenti.
«Concretamente», sottolineava in un’intervista ad Avvenire Oliviero Forti, responsabile del settore politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana, «ciò significa che per ogni rifugiato accolto viene corrisposta una diaria». Sono i famosi 35 euro di cui tanto si parla, ma anche su questo occorre fare chiarezza.