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Padre Pio: Dio è “obbligato” a rispondere a questo tipo di preghiera

PADRE PIO,I ABSOLVE YOU

Jeffrey Bruno | Aleteia

Kathleen Hattrup - pubblicato il 21/05/19

In questo modo ci garantirà le sue grazie e il suo aiuto in tutto

Quando siamo fisicamente vicini a qualcuno che amiamo, è naturale parlarci. Non tutto il tempo, ovviamente, perché le persone che si vogliono bene possono anche stare in silenzio insieme. Sarebbe strano, però, se trascorressimo un’intera giornata o anche molte ore senza dire niente a una persona cara accanto a noi.

I santi applicano lo stesso principio a Dio. Egli ci è vicino, parla al nostro cuore, e noi dovremmo parlargli a nostra volta. Le nostre parole possono essere semplici come un qualsiasi saluto a un genitore, un figlio, il coniuge o un fratello o una sorella che si trova nella nostra stessa stanza.

“Gesù, confido in Te” è un esempio, ma va benissimo anche dire semplicemente “Abbà”. “Gesù, sii Gesù nella mia vita” è una splendida preghiera, come anche “Gesù, Maria e Giuseppe, vi amo. Salvate le anime”.

Queste brevi preghiere sbocciano naturalmente nel nostro cuore se viviamo consapevoli di trovarci costantemente alla presenza di Dio. Se può essere difficile avere questa consapevolezza per tutto il tempo, la pratica può aiutarci a renderci conto della vicinanza di Dio in molti momenti della nostra giornata.

“Dobbiamo essere convinti del fatto che Dio ci è sempre vicino. Viviamo come se fosse distante, nei cieli là in alto, e dimentichiamo che è anche continuamente al nostro fianco”, diceva San Josemaría Escrivá.

Nella lunga tradizione della Chiesa, sono stati dati vari nomi alle brevi preghiere che rivolgiamo a Nostro Signore nel corso della giornata. Sono chiamate aspirazioni, o preghiere giaculatorie, o anche “preghiere-freccia”.

L’ultima definizione è stata usata da padre Pio per descrivere queste preghiere brevi e spontanee. Secondo il santo, sono come “frecce che colpiscono il cuore di Dio”.

Il cappuccino diceva che le preghiere-freccia hanno un potere speciale di far riversare la grazia di Dio su di noi.

Scrivendo nel dicembre 1914, affermò che non era esagerato dire che Dio è obbligato a rispondervi:

“Vi esorto a rinnovare continuamente la giusta intenzione che avevate all’inizio e a recitare di tanto in tanto preghiere giaculatorie. Queste preghiere sono come frecce che colpiscono il cuore di Dio e lo obbligano – e il termine in questo caso non è affatto esagerato –, lo obbligano, vi dico, a garantirvi le sue grazie e il suo aiuto in tutto”.

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