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La grande ricchezza dei musei diocesani “aperti al MAB”

Lucandrea Massaro - pubblicato il 09/05/19

Dal 3 al 9 Giugno in tutta Italia i musei, gli archivi e le biblioteche diocesane si aprono al pubblico. Un tesoro di arte e spiritualità.

Di continuo ci diciamo – giustamente! – quante cose meravigliose abbiamo in Italia dal punto di vista dei beni culturali, e ogni volta che intavoliamo questa discussione (anche con i più riottosi ad ammetterlo) il ruolo e i meriti della committenza ecclesiastica sono indiscutibili. È per questo che l’Italia è piena di bellissime chiese e oratori, monasteri e santuari, tutti ricchi di opere di valore, anche quando sono autori minori essi sono inseriti in un movimento di vitalità e di grande capacità nel colpire i sensi e lo spirito di chi guarda. Ecco perché è un dovere e un piacere parlare di una grande iniziativa che la Conferenza Episcopale italiana ha voluto per questo anno e che si terrà in tutta la penisola dal 3 al 9 di giugno: Aperti al MAB.

MAB sta per musei, archivi e biblioteche, cioè i beni culturali di proprietà e pertinenza delle diocesi italiane, coordinati dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l‘edilizia di culto, tantissime realtà locali apriranno al pubblico i loro “forzieri”, pensando mostre specifiche, aperture straordinarie e percorsi guidati. Una opportunità da cogliere al volo e che Aleteia vuole valorizzare con una serie di articoli, che illustrino alcune delle possibilità per il pubblico di ogni regione, ma quello che è possibile raccontare in uno o più articoli non è sufficiente a rendere ragione della molteplicità dell’offerta per questo esiste un portale dove sarà possibile trovare l’evento più vicino a sé, con schede, foto, informazioni, è il portale Beweb, beni ecclesiastici sul web, che potete consultare qui.

Aperti al MAB è dunque sia una azione, le realtà dei beni culturali sono aperti al pubblico, che un invito, in questo caso rivolto a tutti: siate aperti ai beni culturali, viveteli, siatene cultori, amateli e rendeteli vivi con la vostra presenza, siate aperti ad una esperienza che può anche arricchire la vostra fede. Don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali, spiega qui come “Aperti al MAB” sia anche un invito alla sinergia tra le realtà ecclesiali, a lavorare tra loro, in spirito di servizio. #ApertialMab

Scopriamo ora un pezzetto del patrimonio museale che verrà messo a disposizione nella settimana dal 3 al 9 giugno 2019. Delle realtà museali ci occuperemo di Liguria, Umbria, Basilicata e delle zone che hanno subito terremoti negli ultimi dieci anni (Aquila, Amatrice, San Benedetto del Tronto).

LIGURIA

Museo diocesano di Genova

Per la settimana “Aperti al MAB” (3-9 giugno) saranno eccezionalmente esposti due codici miniati del XV secolo, di proprietà dell’Archivio Capitolare e Diocesano, parte del patrimonio originario di manoscritti della Cattedrale di San Lorenzo. Si tratta di un Graduale de tempore miniato nel 1474, che verrà aperto sulla pagina raffigurante la Resurrezione di Cristo, e di un Salterio, ossia un codice che riunisce i salmi, uno dei libri “didattici” dell’Antico Testamento.

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In particolare il salterio verrà presentato aperto sulla pagina dedicata al salmo 68 (“salvum me fac Deus quoniam intraverunt aquæ usque ad animam meam” ossia “Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola”) illustrato da una raffinata miniatura dove un giovane è colto nel momento in cui si aggrappa alla lettera per salvarsi dalle acque che lo stanno sommergendo. Si tratta anch’esso di un manoscritto miniato a Genova verso il 1485/1490, più tardo rispetto al nucleo principale dei corali del capitolo, a cui appartiene invece il Graduale de tempore, che sarà aperto sulla miniatura raffigurante la Resurrezione di Cristo, una raffinata miniatura.

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Museo diocesano di Genova
Codice

Sarà realizzata una scheda didattica per far conoscere gli elementi più significativi di un codice miniato, a partire dalla scrittura fino alla legatura e alla sua funzione liturgica.

Genova – Museo dei beni culturali dei Frati Cappuccini

I Frati Cappucini di Genova, propongono un percorso coinvolgente dove si respirano tutti gli 800 anni di storia e spiritualità francescana. Saranno accessibili manoscritti, preziose edizioni a stampa, dipinti dei più illustri maestri della pittura ligure e lombarda, sono al servizio di un racconto articolato seguendo i 12 capitoli della Regola Bollata (1223) con la quale San Francesco ha dato origine alla grande famiglia dei frati minori.
Nell’allestimento trovano spazio anche curiosità legate alla cultura materiale in convento con oggetti di artigianato di uso quotidiano prodotti nei secoli da abili “fratelli artigiani” all’interno dell’officina del convento.
Infine una installazione video presenta i 12 capitoli della regola attraverso spezzoni di film dedicati al Santo di Assisi.

Sarzana – Museo diocesano

A Sarzana nei musei negli archivi e nelle biblioteche si custodisce la memoria della collettività, per questo motivo i Beni culturali della Diocesi della Spezia, Sarzana, Brugnato, incontrano il mondo della scuola in una giornata di riflessione sul tema della conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, con lo sguardo rivolto al futuro ed in particolare alle nuove generazioni. L’incontro si aprirà con la presentazione degli istituti culturali: verranno illustrate le attività educative già svolte e le proposte future, le nuove modalità di comunicazione adottate nell’era dei social , le possibilità di studio e condivisione offerte dalle tecnologie informatiche in continua evoluzione anche nel campo dei beni culturali. L’incontro è organizzato presso la sede di Sarzana del museo Diocesano.

Qui un esempio delle opere presenti al museo: un cofanetto reliquiario in avorio del Sec. XV, bottega francese che racconta la Vita della Vergine, in questo lato, la Natività.

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Museo diocesano di Sarzana

UMBRIA

Nel ricco panorama culturale dell’Umbria, il patrimonio ecclesiastico riveste un ruolo privilegiato per il suo valore artistico e religioso. La Rete Museale Ecclesiastica Umbra (MEU) nasce nel 2004 ed è un’associazione che si propone di contribuire  alla conservazione e alla valorizzazione dei musei e delle raccolte che hanno carattere di ecclesiasticità o sono di interesse religioso esistenti in Umbria, proponendoli quali strumenti di animazione culturale delle comunità cristiane e della società. L’associazione raccoglie attualmente 13 Musei Ecclesiastici distribuiti su tutto il territorio umbro, coordinati tra di loro in una unica rete, una eccellenza italiana (qui il sito).

Il Museo Diocesano di Città di Castello: la sua storia e le sue opere

Madonna col Bambino e san Giovannino di Pinturicchio (tempera su tavola della seconda metà del sec. XV) e il Cristo Risorto in Gloria di Rosso Fiorentino (olio su tavola – 1528-30). Tra le opere di scultura: la Madonna di Uselle (sec. XIV) e il Cristo Crocifisso di Scuola di Giuliano da Sangallo (sec. XV). Una importante sezione di archivio è conservata al primo piano (Bolla di Federico Barbarossa del 1163) e garantisce un collegamento con l’Archivio storico e la Biblioteca diocesane con i quali è attiva una costante collaborazione attraverso mostre, attività di ricerca e conferenze.

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Museo di Città di Castello
Madonna con bambino del Pinturicchio

Nelle giornate dal 6 all’8 giugno saranno possibili delle visite guidate, per prenotazioni mandate una mail.

Museo diocesano di Gubbio

Nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Aperti al MAB“, il Museo diocesano di Gubbio, in collaborazione con Archivio e Biblioteca diocesani, apre un itinerario espositivo volto all’illustrazione degli elementi fondamentali della vita delle parrocchie. L’evento, prende il via dal convegno “Le parrocchie: la loro storia e gli archivi come fonte di ricerca” (lunedì 3giugno quando, alle ore 21, presso il refettorio capitolare del Museo diocesano), allo scopo di mostrare al grande pubblico la ricchezza storica, artistica e umana di cui le parrocchie sono custodi. La mostra sarà aperta per l’intero mese di giugno, con inaugurazione il giorno 3 a seguito del convegno sopraddetto. L’itinerario che si propone ai visitatori prevede l’esposizione di documenti e beni librari capaci di illustrare la vita di una parrocchia nei suoi vari aspetti. In particolare la documentazione prodotta spazierà da registri riguardanti l’amministrazione dei sacramenti, quali il battesimo, la cresima, il matrimonio, l’estrema unzione fino a documentazione capace di raccontare la storia dell’intera comunità parrocchiale, come gli stati d’anime e le varie memorie scritte dai parroci.
Più in generale troveranno uno spazio espositivo anche atti riguardanti la nascita delle parrocchie stesse e dei relativi archivi.

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Museo diocesano di Gubbio

Spoleto

Il Museo Diocesano di Spoleto, in collaborazione con l’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Arcivescovile, in occasione della settimana di “Aperti al MAB” proroga la mostra dedicata alla chiesa della Madonna Bianca di Ancarano, allestita nella Basilica di Sant’Eufemia e nata dalla collaborazione dei tre enti culturali dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia con l’ufficio beni culturali e la comunità dei fedeli di Ancarano. La mostra sulla Madonna Bianca di Ancarano è il primo appuntamento della rassegna espositiva Una chiesa che si racconta. Le chiese terremotate “rinascono” nella Basilica di Sant’Eufemia.

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Fedeli Marcello | Fedeli Marcello

Attraverso le visite pastorali custodite nell’Archivio Storico Diocesano e il fondo fotografico di Mons. Ansano Fabbi che risale agli anni 60-70 del ‘900, (fonti preziose e eccezionalmente esposte per la settimana di “Aperti al MAB” nel Museo), nella Basilica di Sant’Eufemia, la Madonna Bianca in Ancarano di Norcia ci aiuta a conoscere la sua storia centenaria attraverso l’opera che le ha dato il nome: il grande rilievo rappresentante la Madonna con Bambino (detta Madonna Bianca perché scolpita nel marmo candido), realizzato alla fine del ‘400 dallo scultore fiorentino Francesco di Simone Ferrucci e appena restaurata grazie all’interessamento della Tecno Service di Terni.

In contemporanea nella medesima settimana, il Museo Diocesano e la Basilica di Sant’Eufemia, accoglieranno la troupe televisiva di Don Matteo per la registrazione del primo blocco di riprese della fiction Don Matteo 12. Gli ospiti di “Aperti al MAB” potranno così visitare il backstage del set. Un’occasione imperdibile per apprezzare il lavoro di collaborazione che l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, il Comune di Spoleto, la Regione Umbria e la Lux Videportano avanti da anni per la valorizzazione a 360° delle bellezze monumentali e paesaggistiche di un intero territorio.

L’arrivo della troupe televisiva di Don Matteo porterà inevitabili modifiche nell’allestimento della Basilica di Sant’Eufemia e quindi della mostra di Una chiesa che si racconta, che sarà trasferita in altre sale del museo.

Sabato 8 e domenica 9 giugno sono è in programma delle visite guidate al nuovo allestimento della Sala Barberini del Museo Diocesano, dove sono raccolti preziosi capolavori del trecento umbro provenienti dalle chiese dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.

BASILICATA

Melfi

La sede del Museo diocesano di Melfi costituisce un singolare esempio di residenza vescovile del sec. XVIII, oggi in gran parte aperta alla pubblica fruibilità. Tre elementi concorrono alla eccellente qualificazione del sito: il maestoso palazzo con la lunga e armoniosa facciata; le raffinate Sale affrescate del piano nobile; lo scenografico giardino all’italiana, arricchito da busti settecenteschi.

Al piano terra sono collocati gli argenti e i paramenti. Al piano nobile trova posto la pinacoteca con opere che vanno dal sec. XVI al sec. XVIII. Nella fattispecie il Museo racconta con le sue opere la gloriosa storia ecclesiastica e civile di Melfi e della Diocesi, con le sue connotazioni epocali.

Al museo si affiancano l’Archivio diocesano e la Biblioteca vescovile in cui sono custoditi documenti, di pregiato valore storico, databili sin dal XV secolo.

Nell’ambito dell’iniziativa promossa dalla CEI “Aperti al MAB“, la diocesi di Melfi aderisce proponendo un itinerario artistico e culturale all’interno dei tre Istituti.

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Matera

In occasione della ricorrenza degli 880 anni dalla morte di San Giovanni da Matera (nato intorno al 1080 nella città dei Sassi e deceduto il 20 giugno 1139 nei pressi di Foggia) il Polo culturale dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina (Museo – Archivio – Biblioteca) ha in programma l’allestimento di una mostra per celebrare la figura del Santo. Fondatore della comunità monastica di Santa Maria di Pulsano presso Foggia, operò numerosi miracoli e per questo la sua fama si diffuse velocemente in tutto il sud Italia. Il 28 ottobre del 1830 i canonici materani riuscirono a ottenere il consenso per la traslazione del corpo di Giovanni, dall’ormai abbandonato monastero di Pulsano, nella Cattedrale di Matera, dove tuttora le reliquie sono sistemate sotto l’altare a lui dedicato. La mostra evidenzierà, attraverso l’esposizione di materiale documentale, bibliografico e storico-artistico, gli aspetti cultuali legati alla venerazione, che nel corso dei secoli, si è sviluppata nei confronti di San Giovanni. Sarà, altresì, messa in luce l’importante tradizione devozionale locale che si accrebbe anche a seguito dell’approfondito e corposo studio critico sulla vita del Santo realizzato dal benedettino Anselmo Filippo Pecci, arcivescovo di Acerenza e Matera dal 1907 al 1945.

Matera è anche Capitale della Cultura europea per il 2019 e non mancheranno le iniziative durante tutto il resto dell’anno

Particolare Cattedrale di Matera
GiEffe picture | GiEffe picture

Tricarico

Per “Aperti al MAB” il Museo della Diocesi di Tricarico (Mudit) offre la possibilità di un percorso guidato. L’offerta è la rilettura del patrimonio esposto, nel contesto della storia della Diocesi nelle sue relazioni con il territorio-ambiente, con i siti e i luoghi di interesse archeologico e con gli altri istituti culturali che testimoniano l’identità della nostra realtà. La scelta di questo stile è radicata nella vocazione missionaria e pastorale dei musei diocesani e nell’invito di Papa Francesco ad una chiesa in uscita.

Il Mudit offre la possibilità di visite guidate, laboratori; organizza mostre ed eventi culturali legati al patrimonio storico-artistico della Diocesi. Una postazione multimediale offre la possibilità di viaggi virtuali nelle sue parrocchie, ancora un video animato della sua storia e la mappatura elettronica delle schede delle sue opere di interesse. Il Mudit è un viaggio all’interno di una storia di fede che diventa cultura di un popolo, di più, di un popolo che ha fatto della presenza della chiesa uno strumento di integrazione e dialogo.

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Attualmente è allestita una mostra in partenariato con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, il titolo è Segni di luce a trame d’oro. I paramenti liturgici della Diocesi di Tricarico.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Diocesi.

L’AREA DEL SISMA

Il centro Italia in questo ultimo decennio è stato funestato da diversi eventi sismici che hanno portato grave lutto alle cittadine di diverse regioni, e danni al patrimonio artistico, proprio per questo, per dare un segnale di rinascita e vitalità di una comunità operosa e radicata nella fede in Dio e nella propria storia abbiamo voluto dare spazio anche ad alcune di queste realtà.

L’Aquila

Alla luce delle difficoltà incontrate a causa del sisma che colpi violentemente la città de L’Aquila e degli enormi sforzi profusi in questi dieci anni per conservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale l’Arcidiocesi, ha deciso di aderire all’iniziativa “Aperti al MAB”, facendosi portavoce della propria esperienza, resa complessa dalle condizioni indotte dal sisma, ma al contempo aperta a inaspettate sfide sui temi della tutela e della valorizzazione dei beni culturali di cui dispone, dalle architetture alle opere d’arte, dai libri agli archivi: un patrimonio di indubbio rilievo storiografico. E per farlo – ben consapevole delle difficoltà oggettivamente determinatesi, e ancora oggi presenti – l’Arcidiocesi pubblicherà delle annotazioni, all’interno della settimana dal 2 al 9 giugno prossimi, raccontandosi nei primi dieci anni di storia che la separano dalla data del sisma del 2009.

Papa Celestino V regge la città de L’Aquila
Arcidiocesi de L'Aquila

San Benedetto del Tronto

La presenza dei musei sistini (le cui sedi montane sono rimaste illese) dislocati nelle zone terremotate dei Monti Sibillini, ha permesso una permanenza delle opere nel territorio di riferimento. Dipinti, sculture, campane e soprattutto le due importantissime lastre scolpite del secolo X raffiguranti le storie della Salvezza, provenienti dalla chiesa di San Lorenzo di Vallegrascia, sono state portate al museo di Montemonaco che è stato perciò completamente riallestito. Le storie legate al recupero di queste opere saranno narrate domenica 9 giugno alle ore 10.30 e alle ore 16.00.

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Amatrice 

Il percorso espositivo Tramandare il Bello. Il recupero dell’identità culturale per una nuova sintonia con il creato testimonia l’esperienza della Diocesi di Rieti sviluppata ad Amatrice dopo due anni dal terremoto che ha colpito il Centro Italia. L’iniziativa scaturisce dalla convinzione che il patrimonio artistico e culturale, tangibile nei numerosi beni e opere d’arte salvati dopo le scosse e connesso ad altrettanti beni immateriali rappresentati da usi, riti e tradizioni, sia la testimonianza della memoria materiale e spirituale del territorio, che attiene all’identità della comunità locale e allo spirito dei luoghi. Sono queste le risorse cui attingere per realizzare un processo di ricostruzione anzitutto delle relazioni umane, quindi del contesto materiale.

Da questo presupposto, e con la collaborazione e il supporto del MiBAC, è stata ideata l’esposizione che, per il particolare contesto in cui prende forma, fa ricorso alle più recenti e innovative applicazioni della comunicazione multimediale quali realtà aumentata, virtuale e videomapping per permettere nuovi modi di fruizione dei beni culturali e garantire una visita dal carattere esperienziale e interattivo.

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L’iniziativa nasce come anteprima della futura sede di Amatrice del Museo diocesano, inserita nel più ampio progetto di recupero e rifunzionalizzazione del Complesso Don Minozzi che prende il nome di “Casa Futuro – centro studi Laudato si’“.

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foto Marco Calvarese

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