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La Scala Santa percorsa da Gesù riaprirà ad aprile

Holy Steps

nomadFra - Shutterstock

J.P. Mauro - pubblicato il 22/03/19

Per almeno 40 giorni i gradini rimarranno scoperti, permettendo ai pellegrini di toccarli

https://youtu.be/myUSgv_rERY

Per molti secoli, i pellegrini che visitavano Roma si sono fermati al Santuario Pontificio della Scala Santa, un elemento fondamentale del pellegrinaggio romano. Lì, circondati da mura ornate da splendidi affreschi, salivano i gradini di marmo in ginocchio, pregando e meditando sulla Passione di Gesù.

La popolare devozione si basa su un’antica tradizione cristiana per la quale Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, fece trasportare a Roma nel 362 i 28 gradini che si dice Gesù abbia salito il giorno in cui venne condannato a morte da Ponzio Pilato.

Dei gradini marmorei in genere si vede poco, visto che sono stati coperti da lastre di legno di noce, che hanno protetto il marmo originale dai milioni di fedeli che si sono recati sul luogo nel corso dei secoli. Ora, per la prima volta in 300 anni, le tavole verranno tolte, riferisce The Tablet, per almeno 40 giorni.

I pellegrini salgono i gradini, noti come “Scala Pilati” o “Scala Sancta”, in ginocchio come atto di penitenza. Forse per via dell’abbondanza di visitatori, o perché ci vuole più tempo a salire i gradini in ginocchio e mentre si prega, il marmo si è logorato in molti punti, presentando profonde scanalature provocate dal peso dei pellegrini.

Circondano la Scala Santa circa 1.700 metri quadrati di affreschi con storie dell’Antico e del Nuovo Testamento. Installati nel 1589 da Papa Sisto V per educare i pellegrini, gli affreschi si sono rovinati, necessitando un restauro.

“Visto che i fedeli spesso non sapevano leggere e scrivere, le storie prendevano vita” attraverso le immagini, ha spiegato Mary Angela Schroth, curatrice di gallerie d’arte a Roma, al Catholic News Service.

Molti di coloro che salgono i gradini non si soffermano sugli affreschi, ma Paul Encinias, direttore di Eternal City Tours, crede che questa mancanza di attenzione possa derivare dal fatto che i pellegrini sono più istruiti rispetto a 100 anni fa, dipendendo meno dalle istruzioni o dalle lezioni visive.

“I pellegrini cattolici del XXI secolo sono ormai lontani dalle narrative artistiche”, ha riferito a CNS.

Se ci sarà l’opportunità straordinaria di un incontro diretto con il marmo che crediamo abbia sostenuto il peso di Cristo – e quindi quello del mondo –, è dunque possibile che la bellezza degli affreschi continui a non essere apprezzata come dovrebbe, almeno per altri 40 giorni.

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