In entrambi i luoghi il culto ufficiale è stato autorizzato. Ma c’è il problema della autenticità delle visioni della Madonna
Si muovono su piani paralleli le storie mariane di Bonate e Medjugorje. Perché da qualche giorno, anche nel paesino in provincia di Bergamo, è stato riconosciuto il culto della Madonna ma non le apparizioni.
Qui Bonate
Il Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi ha annunciato – a conclusione della procedura della Santa Sede e sulla base delle sue indicazioni – di «autorizzare, valorizzare, custodire e accompagnare» il culto a “Maria Regina della Famiglia” presso la cappella parrocchiale in Ghiaie di Bonate.
Il pronunciamento ufficiale
«La Chiesa, Madre e Maestra, è prudente tanto quanto è paziente. I vescovi di Bergamo personalmente e con l’aiuto di esperti, sempre in dialogo con la Santa Sede – spiega monsignor Beschi – non cessarono di interrogare e di interrogarsi sui fatti di Ghiaie. Senza nulla togliere alla ricchezza di una profonda esperienza spirituale, oggi come allora, non vi sono elementi sufficienti che possano attestare il carattere soprannaturale delle presunte apparizioni» (Aleteia, 14 febbraio).
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Le presunte apparizioni
Di conseguenza la Chiesa conferma il “non constat de supernaturalitate” (non è accertata la soprannaturalità) delle visioni della Madonna che sarebbero avvenute nel 1944 nella piccola località Ghiaie del paese di Bonate Sopra.
Adelaide Roncalli, una bimba di sette anni, disse di avere più volte visto la Vergine. Il paesino venne sconvolto e da allora iniziarono novene, processioni, presunti miracoli che da allora hanno portato nel bergamasco una folla impressionante di persone (Il Messaggero, 13 febbraio).
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Qui Medjugorje
Nel paesino della Bosnia in cui dal 1981 si registrerebbero apparizioni mariane, c’è stata una svolta importante a partire dal 2017. Anche in questo caso la Chiesa ha cambiato la propria posizione.
Il pronunciamento
«Il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie», affermava in esclusiva ad Aleteia (7 dicembre 2017) monsignor Henryk Hoser, arcivescovo di Varsavia-Praga in Polonia, inviato speciale di Papa Francesco per la pastorale del santuario di Medjugorje.
«Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali», proseguiva Hoser, «il decreto della precedente Conferenza Episcopale della Yugoslavia di un tempo, che prima della guerra dei Balcani sconsigliava che i vescovi organizzassero pellegrinaggi a Medjugorie, non è più in atto».
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Le presunte apparizioni
La Chiesa ha però parzialmente confermato il “non constat de supernaturalitate” delle apparizioni mariane. Mentre su Bonate c’è una “chiusura” completa (almeno per ora), a Medjugorje la commissione istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini ha ritenuto che ci siano elementi di soprannaturalità nelle prime 7 presunte apparizioni, avvenute tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981.
La relazione finale, consegnata a Francesco nel 2014 e frutto del lavoro di quattro anni, suggeriva al Pontefice di procedere con un riconoscimento soltanto relativo al fenomeno delle prime settimane (Agi, 9 dicembre 2017).
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Il giudizio di Papa Francesco
Francesco in un libro intervista, di recente, ha affermato «Il discorso delle apparizioni (…) – ragiona, rivolgendosi all’autore – cerca di vederlo dal lato della locuzione interna. Allora, è ovvio che si va da un estremo all’altro. A volte quella locuzione si materializza quasi in una visione e, altre volte, può essere una semplice ispirazione».
E continuava: «Per esempio, quelle persone sentono che la Madonna dice loro qualcosa, nella preghiera avviene una locuzione e allora dicono: “La Madonna mi ha detto questo…”. Certo. lo esprimono in un modo che sembra che sia stata davvero un’apparizione. Ma da qui a dire che i veggenti siano protagonisti e organizzino apparizioni programmate… Questo è il peccato che può accompagnare una grande grazia» (Aleteia, 20 ottobre 2018).
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