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La santa che liberò l’anima del suo direttore spirituale dalle pene del Purgatorio

suor crescentia hoss

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 20/02/19

A Santa Maria Crescentia Hoss sono apparse diverse anime. Tra esse il gesuita Ignazio Vagener: lo ebbe in visione, per la prima volta, nel giorno in cui egli morì a Ratisbona. Crescentia non avrebbe mai potuto sapere del decesso

Santa Maria Crescentia Hoss, mistica del Terz’Ordine regolare di san Francesco, fu una delle più grandi benefattrici delle anime del Purgatorio, essa nacque il 20 ottobre del 1682 a Kaufbeuren, cittadina della Baviera, ultima degli 8 figli che Mattia, povero tessitore, ebbe da Lucia Hörmann.

Fin da bambina fu favorita da visioni celesti, quando non poteva andare in chiesa si nascondeva in un angolo della casa per conversare più liberamente con Dio e con l’angelo custode che ogni tanto le appariva e le suggeriva il modo di soccorrere i poveri. Fu lui che le rivelò quando aveva 14 anni, che un giorno avrebbe vestito l’abito francescano.

Nella sua cittadina esisteva un monastero di francescane, ed un giorno mentre la ragazza pregava davanti al crocifisso del convento in cui le era stato concesso di entrare a piacimento, udì una voce che le disse: “Qui sarà la tua dimora”. Maria non potè entrare subito nel monastero francescano perché la sua famiglia era povera. Fece così la tessitrice, finchè il sindaco protestante della città non l’aiutò economicamente a farsi una dote ed entrare finalmente tra le suore. La santa, ammessa tra le terziarie francescane nel 1703, si diede subito con straordinario fervore ad una vita di preghiere e di penitenza tanto da attirare su di sé l’odio implacabile del demonio.


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Quando il diavolo la tentava con le sue seduzioni, gli diceva con disprezzo: “Non è per te che io sono entrata in convento, e per te non lo lascerò”. Nonostante molti ostacoli all’interno della sua comunità, la beata fu ammessa alla professione religiosa nel 1704 con il nome di suor Maria Crescenzia. Il demonio non cessò di vessare suor Crescenzia in mille modi, di spaventarla con strani rumori, di percuoterla crudelmente, di farla precipitare dalle scale, di rinchiuderla ora nel granaio e ora in cantina tanto che la comunità delle altre suore cominciò a considerarla un’ossessa e una strega.

Fu esaminata da due giovani frati di passaggio, ma siccome avevano poca esperienza mistica, sentenziarono che “suor Crescenzia aveva fatto un patto con il demonio e che inoltre essa era una stupida e una insensata”. La superiora, soddisfatta del responso, la rinchiuse per un po’ di tempo in una prigione oscura e dette ordine di lasciare libera la sua cella per fare posto ad una giovane che portava al monastero una ricca dote. Per ben tre anni, la beata fu vista ogni sera andare, con volto sereno, di porta in porta ad implorare ospitalità dalle sue consorelle.

Il modo arbitrario di procedere della superiora indispose diverse anime rette del monastero, fu destituita e al suo posto fu nominata una brava superiora che si rese conto della santità di suor Maria Crescenzia.




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La santa fu nominata portinaia del convento oltre ad avere altre mansioni di servizio e divenne una illuminata consigliera. Il suo candore spirituale impressionò anche l’arcivescovo di Colonia Clemens August che, subito dopo la sua morte, ne chiese al papa la canonizzazione. Memorabile la sua azione di pace nella disputa per la successione nell’abbazia di Kempten, quando diede consigli alla principessa ereditaria bavarese ed imperatrice Maria Amalia per risolvere le discussioni tra suo marito, l’imperatore Carlo VII e Maria Teresa d’Austria.

Per anni il demonio la tormentò in mille maniere poi finalmente il Signore la liberò da quella tremenda prova e permise che le anime del purgatorio venissero la sera tardi nella sua cella per chiedere l’aiuto delle sue orazioni e delle sue penitenze a loro favore. Una volta la superiora del convento, madre Giovanna Altwoegger, ordinò a suor Crescenza che in virtù di santa obbedienza doveva inviare da lei le anime del purgatorio, qualora si fossero veramente presentate. Probabilmente la priora non credeva troppo alle visioni della sua subalterna. Accadde quindi che alcune anime del Purgatorio apparvero nella cella di Crescenza ed ella chiese loro, secondo l’ordine ricevuto, di andare dalla Madre superiora. Ma questa ebbe uno spavento da morire e rimandò subito queste anime purganti da Crescenza.


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Dopo un’estasi, durata parecchie ore, Crescenza dichiarò che il suo angelo custode l’aveva condotta attraverso l’inferno, il purgatorio ed il paradiso per mostrarle la giustizia divina nel punire e nel premiare. Da allora sempre più la suora si sentì maggiormente legata da profonda compassione alle anime purganti.

Il 19 ottobre 1716 era morto a Ratisbona il padre Ignazio Vagener, gesuita, che per due anni aveva esaminato e diretto la santa. La notizia del decesso del religioso non giunse al monastero delle francescane di Kaufbeuren non prima del 21. Il giorno 19, quando avvenne il trapasso del gesuita, Crescenzia, nel recarsi in coro al suono dell’Angelus, vide innanzi a se un fantasma bianco. Abituata a simili incontri, perché in tale forma erano solite apparirle le anime purganti, non fece altro che pregare con molto fervore per quell’anima.




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Il 21 si ripete’ quell’apparizione, ma questa volta Crescenzia riconobbe nettamente l’anima del suo direttore. Egli le disse che aveva bisogno delle preghiere di lei per vedere subito il volto di Dio. Gli era solo ritardata la visione beatifica perché in vita non l’aveva abbastanza desiderata. E ciò costituiva un tormento indicibile. La santa offrì a Dio molti suffragi.

Il 23 ottobre, dopo, dopo aver partecipato alla messa per il defunto, l’anima di costui tornò, circondata di splendore, per ringraziare e annunciare alla santa di essere ormai liberato dal Purgatorio. Le dure penitenze cui la santa si sottopose servirono alla liberazione dal Purgatorio di tante anime e per la loro entrata in Paradiso.




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