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Chi è la santa patrona della preghiera per l’unità dei cristiani?

BLESSED MARIA GABRIELLA

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Amos Long - pubblicato il 22/01/19

La beata Maria Gabriella dell'Unità voleva consolare il Sacro Cuore, addolorato dalle divisioni nella Sua Chiesa

La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani si osserva nell’emisfero nord dal 18 al 25 gennaio, ed è un’ottima occasione per riflettere sulla vita della donna che San Giovanni Paolo II considerava il modello di questa preghiera: la beata Maria Gabriella dell’Unità.

Maria Sagheddu nacque in Sardegna in una famiglia numerosa povera nel 1914. A 21 anni entrò in un convento trappista e assunse il nome di Maria Gabriella. L’estrema povertà della comunità portò le religiose a promuovere uno spirito di sacrificio e abbandono alla Divina Provvidenza, tutto per amore di Dio. Una sorella della comunità sul letto di morte chiese: “Per favore, pulitemi le labbra. Sto per baciare lo sposo”.

Un anno dopo l’ingresso di Maria in convento, la sua badessa annunciò che le religiose avrebbero preso parte alla Preghiera dell’Ottava per l’Unità, otto giorni di preghiera per chiedere a Dio di porre fine alle divisioni nella cristianità. Subito dopo l’annuncio, una religiosa di 78 anni, Madre Immacolata, si avvicinò alla badessa chiedendole di offrire il tempo che le rimaneva da vivere come oblazione per l’unità dei cristiani: “Sono venuta a chiederle il permesso di offrire al buon Signore il poco tempo che mi resta. È una causa davvero meritevole!” Esattamente un mese dopo la fine dell’Ottava, Madre Immacolata morì.




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Maria Gabriella seguì subito il suo esempio. L’anno dopo, quando venne annunciata l’Ottava, chiese e ottenne il permesso di offrire la sua vita per la causa dell’unità dei cristiani. Pochissimo tempo dopo si ammalò, e alla fine le venne diagnosticata la tubercolosi.

La sua sofferenza aumentò drasticamente, ma anche la gioia che irradiava. Un anno dopo suor Maria Gabriella morì, dopo aver rivelato il suo sacrificio solo a pochissimi confidenti, tra i quali la badessa e il suo direttore spirituale. Al momento della sua morte, le consorelle trappiste scoprirono che la Bibbia di Maria Gabriella era particolarmente consumata al capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, che contiene la preghiera di Cristo “perché tutti siano una cosa sola” (Giovanni 17, 20; 22).

Anche se Maria Gabriella non era certo famosa, Dio l’ha scelta per esaltare la sua anima umile dopo la morte. Dopo che molte religiose del convento riferirono di aver ricevuto dei suoi messaggi in sogno e testimoniarono altri segni celesti, la badessa compì il passo senza precedenti di far pubblicare una biografia di Maria Gabriella. Nell’arco di pochi anni, visitatori di varie denominazioni religiose compivano pellegrinaggi sulla tomba della religiosa. Quando la tomba venne aperta nel 1957, il corpo e gli abiti di Maria vennero trovati incorrotti – cosa inspiegabile a livello naturale per una persona morta di tubercolosi.

È piuttosto sorprendente che una persona che non ha fatto altro che pregare sia diventata la patrona della Chiesa per l’ecumenismo. Sorprende ancor di più il fatto che, crescendo in Sardegna, non abbia mai incontrato un cristiano non cattolico. Sapeva solo che alcuni cristiani erano separati dalla Chiesa cattolica, e che questo rattristava il Sacro Cuore di Gesù.

La vita della beata Maria Gabriella è un potente promemoria del fatto che dovremmo pregare continuamente per la restaurazione dell’unità tra tutti i cristiani.

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