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Una mamma e un papà cantano (da Dio!) per la figlia malata di leucemia (VIDEO)

PAPA', MAMMA, CANTARE

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Annalisa Teggi - pubblicato il 16/10/18

Non importa se poi la casa è rimasta in disordine - dice il papà - anche stasera abbiamo preferito cantare per Tessa
Una delle nostre cose preferite al mondo da fare è sedersi e cantare per i nostri figli. C’è qualcosa nella musica che guarisce l’anima.

Il mondo di Twitter è velocissimo; ma in effetti bastano 44 secondi per catturare gli occhi e poi inchiodarti a riflettere a tempo indeterminato. Non dura neppure un minuto il video postato dalla Fan Page dell’Ospedale Bambino Gesù e mostra un salotto incantevole, americano, in cui avviene una scena di straordinaria vita familiare. Padre, madre, figlia, quel sacro triangolo umano che di casa in casa ripete la buona notizia della grotta di Betlemme, condividono un momento di dono reciproco.


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Non sappiamo nulla di più di loro, se non che Tessa è molto piccola e malata di leucemia; i tratti del suo volto lasciano intendere che sia affetta da sindrome di Down. Papà ha la chitarra in mano e intona Fly me to the moon, mamma si unisce a lui in un’armonia incantevole. Altro che talent show!

Riempi il mio cuore di canzoni fammi cantareall’infinito, Tu sei tutto quello che desideroTutto quello che per me vale e adoroIn altre parole, sii sinceraIn altre parole, ti amo

I padri amano ogni figlio, certo, ma s’innamorano perdutamente delle figlie femmine; anche Frank Sinatra converrà che questo suo celeberrimo brano sia perfetto per la voce di un genitore a cui non bastano mai le parole per dire come il cuore possa esplodere d’amore per una bambina. La mamma, in disparte, abbraccia lo scambio di sguardi tra Tessa e papà; le basta un filo di voce per contribuire al canto e trasformarlo in un coro che non credo abbia nulla da invidiare agli angeli. Ed è misterioso, ma vero, che in rari preziosi momenti ogni famiglia comune mostri un risvolto – anche appena accennato – di armonia celeste. Siamo nostalgia di un’unità che si ricomporrà solo nell’Eterno.


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In mezzo a tutto questo Tessa ascolta e si gode le braccia di mamma e le note di papà; mostra i segni della prova e una serenità commovente.  «C’è qualcosa nella musica che guarisce l’anima». Sì, ci ricorda che le dissonanze, le cadute, i silenzi, gli urli sono incidenti di percorso, necessari, in questo viaggio sulla terra. Un figlio malato è una delle note più stonate possibili, fa gridare all’ingiustizia e pare tradire la nostra speranza di un bene incontaminato. Ma tutti siamo zoppi e contaminati, non di meno segnati dal richiamo dell’armonia.

«Abbiamo cantato a Tessa anche ieri sera… non importa se poi la casa è disordinata» – dice il papà, e questa scelta suona come un pilastro di vita: molto di noi resta scomposto e in pieno putiferio, mentre ogni giorno ci porta la sua pena; come fece Maria, gettandosi ai piedi di Gesù, ci sono momenti in bisogna preferire qualcosa che ci leghi a doppia mandata con il Cielo a cui siamo destinati. Lì sarà tutto in ordine, ricucite di luce anche le ferite dei nostri bambini; qui, con buona pace della zelante Marta, la cucina può rimanere sotto sopra un altro po’.

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