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10 liquori “divini” nati nei monasteri

ABBEY CELLAR

Laura Facchini I Shutterstock

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 11/10/18

La redazione di Aleteia ha voluto scoprire i tesori delle cantine delle abbazie e ha selezionato 10 liquori che vi delizieranno

Vari registri dei monasteri in Francia, Italia ed Europa dell’Est attestano la produzione di birra, vino, liquori e brandy fin dal Medioevo.

Gli elisir a base di vino e piante o specie medicinali sono stati uno dei primi pilastri della farmacopea medievale. Fin da quando è arrivato l’alambicco, inventato in Oriente, le congregazioni religiose hanno infatti imparato a produrre alcool, un ingrediente essenziale nella loro produzione, macerando piante e specie in alcool di frutta o di grano, ma anche distillando frutta o vino per ottenere il brandy.

Si è dovuto tuttavia aspettare fino al XVII secolo per assistere allo sviluppo dei liquori monastici in Francia e Italia. Un secolo dopo, nel XVIII, queste bevande hanno iniziato a diventare popolari e ad essere commercializzate.

In Francia erano così apprezzate che la Corona chiese a Jacques-François Demachy, allora farmacista responsabile dell’ospedale Hôtel-Dieu di Parigi, di codificare la fabbricazione per porre fine agli abusi e all’anarchia che regnava in quel mercato ancora agli albori.

Ricette segrete di 400 anni

Il Chartreuse è uno dei liquori più famosi. È nato nel 1605, e in base alla storia dell’ordine certosino, che ancora possiede la ricetta e la marca, è stato il maresciallo de Estrées a fornire la ricetta originale ai monaci della Certosa di Vauvert a Parigi. È stato però il monastero della Grande Certosa di Isère a riprendere la sua produzione nel 1737, seguendo una ricetta ispirata a quella originale e sviluppata dal farmacista del monastero, fratello Jérôme Maubec. Questa formula continua ad essere utilizzata ancora oggi dai monaci per produrre il famoso liquore verde.

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AFP PHOTO I JEAN-PIERRE CLATOT
Fr. Jean-Jacques, uno degli unici due monaci a conoscere il segreto della Certosa.

Altri monasteri e abbazie hanno seguito l’esempio, alcuni già nel XVIII secolo, altri più di recente, approfittando dell’entusiasmo che hanno sempre suscitato queste bibite monastiche. I monaci di Lérins, di Sénanque o di Santa Maria del Deserto continuano a fabbricare liquori, plurisecolari o più recenti, nella più pura tradizione di questi lavoratori religiosi, custodi di un magnifico patrimonio che molti invidiano. Aleteia ha selezionato dieci di questi elisir, che si possono degustare come aperitivo o come digestivo… ma con moderazione!

Per scoprire la nostra selezione di liquori monastici, scorrete la galleria fotografica:

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