di Nory Camargo
Ho ormai perso il conto delle volte in cui ho chiesto a Dio “Cosa vuoi da me?”, “Cosa vuoi che faccia della mia vita?” Sicuramente molte persone si saranno poste queste stesse domande e non avranno ancora trovato una risposta.
Padre Alberto Hadad condivide in un intervento TED la sua esperienza di vita e il modo in cui ha finalmente scoperto qual era la sua vocazione. Le sue parole non sono altre che il riflesso di un cuore che ha incontrato la sua anima gemella.
Ecco alcuni dei punti che hanno attirato maggiormente la mia attenzione dopo aver ascoltato la sua testimonianza.
Tutti ci siamo chiesti qualche volta cosa fare della nostra vita
Tutti. Può essere che senza includere Dio ci siamo chiesti cosa fare una volta terminati gli studi o quando quel determinato lavoro ci ha stancati, cosa fare con quel vuoto costante che proviamo.
Padre Alberto dice che credeva di avere tutto: amici, fidanzata, famiglia, possibilità di viaggiare… Non è quello a cui puntiamo tutti? A volte la pena dell’altro allevia la nostra, e con questo non mi riferisco al fatto di gioire per la sofferenza altrui, ma di condividere una certa dose di dolore.
Ci è successo innumerevoli volte man mano che crescevamo. Quando eravamo a scuola e non avevamo fatto i compiti ci preoccupavamo, è ovvio, ma se ci rendevamo conto che non li aveva fatti neanche un nostro amico ci sentivamo sollevati, la preoccupazione diminuiva e la pena era condivisa.
Quando soffriamo per amore e uno dei nostri amici vive la stessa situzione e ha il cuore spezzato pensiamo “Ok, non sono l’unico”. Ci sentiamo sempre meglio quando condividiamo un’esperienza sia gioiosa che dolorosa con qualcuno. L’intervento di padre Alberto è proprio questo, un sollievo, un balsamo non solo per chi come lui è stato chiamato a questa vocazione, ma per tutti noi che cerchiamo costantemente delle risposte.
I miei progetti possono essere meravigliosi, ma quali sono quelli di Dio?