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Qual è il linguaggio che tutti capiscono?

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Javier Fiz Pérez - pubblicato il 22/06/18

Cosa fa sì che due alunni radicalmente diversi sentano la stessa cosa?

Quando in una classe arriva un nuovo allievo proveniente da un Paese lontano, il suo problema principale è in genere la lingua. Non conoscere quella che si parla nel Paese di accoglienza diventa per un’enorme barriera alla comunicazione e all’integrazione nel gruppo. I suoi costumi e le sue conoscenze, inoltre, sono molto diversi da quelli dei compagni, per cui i suoi professori lo potranno aiutare adattando il curriculum educativo e favorire la creazione di legami con gli altri allievi.

Forse la materia che aiuta di più per riuscire a farlo integrare è l’Educazione Musicale. Presente in tutti i programmi educativi, dev’essere considerata un’occasione per creare un ambiente di accoglienza e collaborazione nella classe.

Per questo è importante partire da una metodologia che si adatti agli allievi e abbia come obiettivo principale l’integrazione sociale. In questo senso, ogni bambino può apportare la propria esperienza musicale, condividendo con il resto della classe la diversità specifica della sua cultura.

La musica è un’arte universale. Tutti gli allievi hanno avuto esperienze musicali diverse che possono condividere con i loro compagni attraverso attività in cui l’intervento è individuale o di gruppo.

Una dinamica potrebbe essere la seguente: un allievo improvvisa un semplice schema ritmico e gli altri lo ripetono. Il fatto di essere l’autore di questa sequenza ritmica interpretata in seguito dal resto della classe favorisce l’autostima, l’autonomia e il rapporto con gli altri, importanti per chi ha bisogno di integrarsi nel gruppo.

Queste brevi improvvisazioni individuali possono essere anche melodiche, vocali e di espressione corporea. L’intervento individuale può avvenire anche apportando canzoni infantili e giochi che implichino la musica appartenenti alla propria cultura.

In questo modo l’allievo si educa in modo attivo come interprete, uditore e recettore della musica, come realizzatore espressivo e creativo e come ascoltatore critico del ruolo della musica nella società attuale.

Unire interessi comuni per la musica attraverso le emozioni è un modo per potenziare la coesione del gruppo evitando la segregazione o la discriminazione, e soprattutto creando l’ambiente adeguato per avvicinare i bambini alla ricchezza culturale che hanno in classe.

In questo modo si riuscirà a far sì che la classe sia un luogo di convivenza.

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