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6 consigli per tenersi gli amici

RELATIONS
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Fanny Leroux - pubblicato il 18/06/18
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L’amicizia è una forma d’amore che tutti conosciamo. Fin dall’infanzia creiamo legami con differenti persone, che talvolta non è facile preservare fra i marosi delle nostre vite. E se ci fosse qualche trucchetto per far durare certe relazioni?

Che ciò avvenga attorno alla condivisione di un passatempo, di una passione, di una attività, di un impegno associativo, di una collaborazione professionale o scolastica, di conoscenze comuni… nel corso di una vita le amicizie nascono in buon numero. Costruite da principio attorno a due valori fondamentali, esse sono successivamente basate su una moltitudine di cose: l’ascolto, la fiducia, l’aiuto reciproco, la condivisione, le emozioni… Alcune amicizie diventano così profonde che di quegli amici si dice anche che sono la nostra seconda famiglia.


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Malgrado tutto ciò, può capitare che con il tempo, la distanza, le divergenze di percorso o per avvenimenti particolari, alcune amicizie si alterino fino talvolta a scomparire completamente. Perdere un amico è qualcosa di molto doloroso. “Quando si ama, non si fanno calcoli”, si dice? E allora tanto vale tentare il tutto per tutto per salvaguardare nelle nostre vite, da vicino o da lontano, delle amicizie che per noi contano. Ecco qualche trucchetto per non smarrire la strada nelle amicizie.

1. Tenete i contatti

Dite che è evidente? Eppure in generale è una delle prime ragioni dell’estinzione delle amicizie… Perché spesso, con il tempo che passa, i contatti si esauriscono oppure diventano unilaterali. E anche se volete pensare che pur non vedendovi per mesi fra voi non cambi nulla, potrebbe un giorno capitare che la vostra amicizia ne soffra terribilmente. Dovete per forza aver condiviso delle cose con quest’amico, e allora dovete per forza tenere il contatto con un minimo di regolarità.


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Se abitate distanti o se avete poco tempo, instaurate dei piccoli rituali: un pranzo assieme ogni due/tre mesi, oppure una volta all’anno (per esempio nel mese di settembre) trovatevi una data per un’uscita, un weekend insieme. E perché non anche un ritiro spirituale tra amici? O per le lunghe distanze, una volta al mese un colpo di telefono la domenica pomeriggio.


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Ma soprattutto, non aspettate una scusa per contattare l’amico. Un semplice “cucù” per avere qualche notizia, coi mezzi di comunicazione di cui disponiamo ai nostri giorni, non prende che un minuto.

2. Siate attenti e disponibili

Nel medesimo ordine di idee, la disponibilità è bene capitale in un’amicizia. Si potrebbe anche dire che siamo amici nella buona e nella cattiva sorte, ed è in particolare nelle avversità che si riconosce la fedeltà. Sappiate essere presenti quando il vostro amico ha bisogno di voi, così come voi desiderereste la sua presenza allorché ne aveste bisogno.


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Poiché conoscete il vostro amico, pensate ad avere delle piccole attenzioni a suo riguardo: una parola gentile al compleanno, preparargli un dolce quando viene a trovarvi, partecipargli il vostro sostegno quando vive momenti difficili… Alle volte basta un piccolo segnale di presenza per confortare qualcuno e provargli che se ne ha bisogno noi ci siamo.

3. Restate autentici e spontanei

Che c’è di più importante dell’onestà e dell’autenticità? Un vero amico si prende la briga di essere intero e franco, anche quando ciò dovesse far male. In Proverbi 27, 6 leggiamo: «Le ferite di un amico provano la sua fedeltà, mentre i baci di un nemico sono ingannatori».



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Tenete dunque lungi da voi la menzogna, siate chiari e onesti pur esercitando opportuna diplomazia: si tratta di sapersi esprimere con tatto ma rispettando la verità. Un amico saprà apprezzare la vostra franchezza e la vostra lealtà. Egli saprà di poter contare su di voi per un parere che venga dal cuore, senza dover diffidare. Osate dire le cose, siate spontanei.

4. Date prova di indulgenza e di umiltà

A tutti capita di commettere degli errori. Alle volte in amicizia ci si allontana a seguito di una discussione, di un evento sgradevole, di un malinteso… poi ci si dice che è stato un peccato. Talvolta, come in ogni relazione, è importante riuscire a rimettersi in discussione, cercare di vedere i fatti da un’altra prospettiva. Può darsi che gli amici ci abbiano feriti, ma talvolta riflettere sulle circostanze e sulla conseguenza dell’eventuale perdita dell’amico può essere benefico. Essere indulgenti è una qualità sicura e noi sappiamo che ogni perdono è un valore importante e necessario in una relazione. Del resto se ad essere in errore siete voi, sappiate essere umili, riconoscere i vostri torti e chiedere perdono.

5. Instaurate il rispetto

Una relazione di amicizia ma due persone differenti. Se siete diventati amici per via di un interesse comune avrete necessariamente anche dei punti sui quali non siamo d’accordo. È importante rispettare i pareri, le scelte e le credenze di ciascuno, in ogni circostanza, anche se non comprendiamo fino in fondo. Se un vostro amico vi domanda un’opinione, potete certo dargliela, ma cercate di conservare un certo rispetto, pur restando onesti come dicevamo poc’anzi.



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Anzi, il rispetto risiede anche nel fatto di lasciare all’amico lo spazio per essere sé stesso, perfino nel lasciarlo solo, se ne ha bisogno. In effetti, talvolta saper essere un buon amico vuol dire anche saper eclissarsi e mettersi da parte, facendo sì che l’altro sappia che in caso di bisogno ci siamo.

6. Coltivate la fiducia reciproca

Avere fiducia nei vostri amici ma anche essere degni di fiducia, ecco una delle basi dell’amicizia. Con un amico si sviluppa un’intimità e noi apriamo i nostri cuori su argomenti personali, su cose che non condivideremmo con tutti. È importante poter agire e liberarsi, senza paura di vedere i nostri pensieri e le nostre azioni rivelati a tutti quanti. La fiducia riguarda anche il fatto di poter contare sull’amica in caso di bisogno, come avevamo detto sopra parlando di disponibilità.



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Sono passaggi-chiave, indispensabili al funzionamento di un’amicizia, soprattutto a fronte di rovesci di sorte che non controlliamo.

[Traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]