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Come farsi degli amici e influenzare le persone… secondo il santo più “amichevole” del mondo

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padre Michael Rennier - pubblicato il 21/05/18

Questi 4 segreti di San Filippo Neri possono aiutarci ad avere più successo nella vita

Dale Carnegie, nel suo libroHow to Win Friends and Influence People (Come farsi degli amici e influenzare le persone), scrive “Farsi degli amici inizia con l’essere amichevoli”. Semplice, no? E allora non dovrei crogiolarmi nell’adorazione dei miei amici? Mi sa che sono meno amichevole di quello che penso… Non indugio mai abbastanza per scoprirlo, ma sono certo che moltissime persone ritengono che io sia un gradino al di sotto dell’amicizia, probabilmente perché sono sarcastico e privo di tatto, non sempre ascolto bene e spesso non tengo in considerazione i sentimenti altrui.

L’essere amichevoli è un tratto del carattere composto da molti altri aspetti positivi. Carnegie parla del fatto di essere interessati agli altri, di ascoltare, non criticare mai, ricordare nomi e sorridere. Sapendo, ad ogni modo, che queste abitudini richiedono molta pratica e che persone come me sono pessime da questo punto di vista, avverte: “Se vuoi il miele, non prendere a calci l’alveare”. In altre parole, il modo semplice e rapido per ottenere ciò che voglio dagli altri non è affatto quello migliore.

Carnegie è noto per i suoi scritti sull’amicizia, ma ci sono moltissime persone che rappresentano fulgidi esempi di come questa si metta in pratica. Una di loro è San Filippo Neri, di cui si celebra la festa il 26 maggio. Filippo era un sacerdote vissuto a Roma nel XVI secolo che aveva un grande talento per fare amicizia. Louis Bouyer inizia la sua biografia scrivendo: “Di San Filippo Neri si è detto che attirava le persone a sé come un pezzo di ferro è attirato da una calamita”.

Qual era il segreto di Filippo? Ecco qualche lezione pratica tratta dalla sua vita su come anche noi possiamo conquistarci molti amici.

Non aspettarsi una ricompensa

Filippo riuscì a riunire intorno a sé un gruppo di seguaci devoti senza essersi impegnato a farlo. Non ha mai manipolato le persone, e ha finito per fondare e guidare un movimento chiamato Oratorio, una società impegnata a raggiungere certi obiettivi spirituali, ma non ne ha mai voluto essere il leader. I suoi amici hanno infatti dovuto trascinarlo fuori dalla piccola stanza in cui viveva e costringerlo a trasferirsi nell’edificio più grande creato dall’Oratorio.

Quando incontriamo qualcuno per la prima volta, non dovrebbe importarci se possa esserci utile o un buon “ponte” in futuro. L’amicizia non è networking, e allora offriamo la nostra buona volontà senza alcun desiderio di ottenere qualcosa in cambio, di fare un “investimento”.

Trattare tutti allo stesso modo

Non pensare – almeno un po’ – a come un amico potenziale potrebbe essere un buon legame sociale
è difficile. Anche se non è facile ammetterlo, è una sfida non essere più deferenti con le persone che hanno denaro e una certa posizione sociale. Filippo risolveva il problema rifiutandosi di fare qualsiasi distinzione sociale. Il gruppo di persone che si raccolse intorno a lui includeva monelli di strada, nobili, musicisti ed ex ladri.

Carnegie dice che è raro che una persona sia completamente disinteressata nei confronti delle amicizie. Mi piacerebbe essere quel tipo di persona.

Invitare le persone

In un’era ossessionata da Pinterest, il semplice fatto di avere degli ospiti a casa è fonte di ansia, tra sguardi preoccupati al forno e la speranza che il soufflé non si smonti. Chiunque si preoccupa del fatto che le stoviglie non siano abbastanza brillanti o la casa non spicchi per pulizia. Filippo viveva in una piccola cella, ma invitava regolarmente degli amici ed era ospitale con loro. Dubito che qualcuno si sia mai lamentato del fatto che i suoi tovaglioli non fossero abbastanza belli.

In base alla mia esperienza, il modo migliore per conoscere davvero le persone è invitarle a casa propria e trascorrere del tempo con loro, e allora esorto a non preoccuparsi se la casa o il cibo non sono perfetti e a godersi il fatto di ospitare nuovi amici.

Vedere il meglio in chiunque

Filippo non ha mai giudicato nessuno indegno di essere invitato a casa sua o di unirsi alla sua cerchia di amici. Vedeva sempre il potenziale di chiunque incontrasse e non si curava della sua reputazione. Spesso scopriva che la gentilezza suscitava risposte inaspettate. Aveva ad esempio un amico di nome Cesare che si era trasferito a Roma dalla montagna e aveva modi così rozzi che Filippo lo chiamava scherzando “Il Barbaro”. Ad ogni modo, lo ha sempre trattato con rispetto e amicizia. Alla fine Cesare è diventato un uomo colto e di successo. È quasi stato eletto Papa!

Nel suo libro, Carnegie dice che anziché condannare le persone dovremmo comprenderle. È questo che ha fatto San Filippo Neri, e se tutti noi ci prendessimo un po’ più di tempo per capire e vedere il meglio in coloro che incontriamo, la nostra vita sarebbe ben più felice e sì, molto più amichevole.

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