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Messico: alla ricerca del dipinto di Caravaggio perduto

CARAVAGGIO

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Dolors Massot - pubblicato il 24/05/18

Il cineasta Jesús Garcés Lambert scopre un documento in cui dalla “Nuova Spagna” veniva commissionato un dipinto al grande pittore

Il regista Jesús Garcés Lambert è diventato l’ultimo Indiana Jones. Questo fine settimana presenterà in Messico il suo documentario Caravaggio, el alma y la sangre (Caravaggio, l’anima e il sangue) sul genio italiano della pittura.

C’è anche un altro motivo per il quale il cineasta è in Messico: le sue indagini sul pittore del XVI-XVII lo hanno infatti portato fin nelle Americhe.

La storia è pura archeologia davvero degna di Indiana Jones. In un angolo dell’Archivio di Stato di Roma, Garcés Lambert ha trovato un breve appunto redatto su una carta raggrinzita e ingiallita dal tempo.

La grafia ostacolava la lettura, ma ha intuito che si potesse trattare di un documento importante. È riuscito a cogliere la data, 25 giugno 1602, e le parole “Michel Angelo da Caravaggio”, “quadro della Santissima Trinità”, “40 denari” e “Messico”.

Il cineasta ha girato il manoscritto ai grafologi e agli storici, che hanno certificato che si tratta di un documento in cui la Congregazione della Santissima Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti incaricava uno dei suoi membri, il fratello Carlo Cropelli, di contattare Caravaggio perché realizzasse un dipinto a olio.




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Se questo incarico fosse stato messo in pratica, e nell’ipotesi che il dipinto fosse stato portato nella Nuova Spagna (il Messico), staremmo parlando dell’unica opera di Caravaggio in America.

“Vuol dire che Caravaggio ha avuto un rapporto con il Messico e che forse esiste un quadro del maestro nel nostro Paese e nessuno lo conosce”, ha dichiarato Garcés Lambert a Vatican Insider.

Ciò che è certo è che il documento era catalogato ma nessuno ha indagato su cosa sia seguito a questa richiesta di un’opera sulla Santissima Trinità. La cifra di 40 denari non era trascurabile, visto che rappresentava il reddito annuale di Caravaggio.

“Il fatto che ci sia stato un contatto con Caravaggio al di fuori dell’Europa nel 1602, quando era appena diventato noto, significa che la sua fama andava ben al di là del regno pontificio e del Papa.
Che una congregazione che si occupava di malati e pellegrini, considerata tra le più importanti, lo avesse scelto dice molto sulla fama del maestro e sull’importanza che aveva il Messico, la Nuova Spagna, in quel momento della storia”.




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Caravaggio è famoso per il chiaroscuro delle sue opere e per l’estremo realismo. Tra i suoi quadri più famosi spiccano la Conversione di San Paolo, la Vocazione di San Matteo (che si trova nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi e che Papa Francesco ha ammirato in più di un’occasione quando l’ha visitata da cardinale), la Crocifissione di San Pietro e le Sette opere di misericordia.

Si dà il caso che Caravaggio abbia dipinto la Madonna dei Pellegrini, un’invocazione della Vergine collegata alla congregazione che gli aveva chiesto il dipinto per il Messico. La Madonna venne realizzata nel 1604 e si può ammirare nella chiesa di Sant’Agostino.

Garcés Lambert ha affermato che cercherà il sostegno delle autorità ecclesiastiche e dell’Istituto Nazionale di Belle Arti messicano per portare avanti le sue ricerche.

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