Ti ama davvero, Dio, e quindi ti spezza. Perché se non ti spezzi non Lo cerchi
Solo Dio. Solo Dio basta. Lo so che Sante e Santi di grande calibro lo hanno detto e pagato fino in fondo. Questo che con resistenza a volte rabbiosa io solo intuisco. E respingo.
E lo hanno dimostrato con la loro vita che allunga le dita fino a noi. Infastidendo la nostra assuefazione alla normalità senza l’Eccezionale. Perché per tutti i Santi, pazzi di Dio, solo Lui bastava. E per questo ogni formica raccontava un paragrafo della storia d’amore tra loro e Lui. E loro e Lui e tutti gli altri. I fratelli. I nemici, gli amici.
Ma anche se, anzi, visto che, non arriverò alla santità compiuta e cristallina in questa tappa terrena e avrò tuuuuuuuuutto il tempo di approfondire e sviscerare l’argomento in Purgatorio so, a tratti lo desiderio anche senza paura, che se non rinuncio a tutto per Dio non sarò mai felice.
Che devo disprezzare tutto e amare solo Lui. Essere in qualche modo vergine, cercare una forma di castità di fronte a tutto e tutti e così finalmente, decisamente possedere tutto e tutti. E amare tutti.
Ha fatto bene il Signore a non accontentarmi. Volevo un figlio maschio. Me ne ero già innamorata. Avevo già attivato anche tutto un sistema di gelosia preventiva per eventuali future aspiranti nuore. Tutte le mie armi per mettere in atto un attaccamento viscerale e possessivo stavano affilando le lame per difenderlo, il mio figlio maschio, da quelle ragazze che, vedendolo così figo, avrebbero fatto di tutto per conquistarlo. Nel fiore della giovinezza. Con i muscoli tonici, le spalle larghe. E quella bocca, la si vedeva già in ecografia. Una boccuccia da baci. Solo io posso baciarlo, urlavo già dentro di me.