E' la leggenda dell'atletica leggera. Molto devoto alla Medaglia Miracolosa, ha sempre pregato prima di una gara
Usain Bolt, atleta giamaicano, l’uomo più veloce del mondo, una sorta di leggenda vivente, a 30 anni – e dopo otto ori olimpici in tre edizioni dei Giochi (Pechino, Londra, Rio) e undici titoli iridati, record mondiale dei 100 e 200 metri – ha annunciato che lascerà le gare al termine dei Mondiali di atletica di Londra (5-13 agosto 2017) (settimananews.it, 2 agosto).
Bolt è anche il più grande atleta cattolico nel mondo. I suoi riti prima e dopo la gara sono completamente cattolici; eppure la fede di uno degli atleti più discussi del mondo non è un segreto.
DA AVVENTISTA A CATTOLICO
Nato e cresciuto a Sherwood Content, in Giamaica, Bolt è stato allevato in una casa di Avventisti del settimo giorno. Sebbene abbia frequentato da giovane una Chiesa avventista, non ne è divenuto membro da adulto. Da cattolico, ha preso il nome di san Leone. Nel 2013, il Vaticano lo ha invitato alla conferenza TEDx sulla libertà religiosa, in via della Conciliazione.
Lo scorso 27 luglio, Nick Ripatrazone – già firma di Rolling Stone, The Atlantic, The Paris Review ed Esquire – ne ha tratteggiato un profilo sulla rivista dei gesuiti statunitensi America (27 luglio).