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È morto il sacerdote malato di sla che era stato benedetto dal Papa

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Mirko Testa - Aleteia - pubblicato il 27/01/17

Don Giuseppe Berardino, il vice parroco di Santa Maria a Setteville a Guidonia, è morto a 47 anni. La sclerosi laterale amiotrofica, che lo aveva colpito due anni fa e che nell’ultimo periodo gli permetteva di muovere soltanto gli occhi, non gli ha lasciato scampo.

Nel visitare la sua parrocchia, lo scorso 15 gennaio, Papa Francesco aveva voluto prima di ogni altra cosa visitarlo personalmente, sedendosi al suo fianco, per benedirlo e dargli l’unzione degli infermi. Il Papa, – ha raccontato all’agenzia dei vescovi Sir il diacono permanente Filippo Romeo – “lo aveva incontrato per un quarto d’ora in una piccola stanza, lo aveva abbracciato e baciato dicendogli: ‘Giuseppe ti vengo a visitare, sono il tuo vescovo, sono qui con te’ e gli aveva amministrato l’unzione degli infermi”.

“Ha vissuto tutta la malattia serenamente – ha proseguito il diacono – e l’incontro con il Papa è stato un ulteriore incoraggiamento”. “Siamo stati molto consolati dalla visita del Santo Padre che ha sigillato questo lungo periodo di sofferenza – ha aggiunto don Francesco, collaboratore parrocchiale -. Siamo addolorati ma sereni perché don Giuseppe ha fatto la volontà di Dio e fino all’ultimo ha servito la Chiesa. Un modello per tutti noi”.

Come ricordato dall’agenzia Zenit, Berardino era arrivato nella parrocchia di Setteville quasi 14 anni fa quando era seminarista al Redemptoris Mater. Qui aveva  ricevuto l’ordinazione diaconale e poi, l’11 maggio 2003, quella sacerdotale. La malattia si era manifestata poco più di due anni fa. “Tutto ha avuto inizio con una caduta a un campo estivo con i ragazzi – ha spiegato il parroco don Luigi Tedoldi, -. In due mesi è rimasto completamente paralizzato, tanto da non poter usufruire neppure del computer per comunicare attraverso movimenti oculari. Al Policlinico Gemelli mi hanno detto di non aver mai visto un caso così rapido e violento”.

La storia di don Gino era una storia fatta di dolore, ma anche di solidarietà e assistenza da parte di tanti parrocchiani che hanno trascorso accanto a lui le festività di Natale, ricorda sempre l’agenzia Zenit. Nei fine settimana, quando l’infermiere era di riposo, una ventina di coppie si alternavano per l’assistenza. Erano tanti infatti quelli affezionati a don Giuseppe, soprattutto i giovani che seguiva costantemente.

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