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La crisi dell’Ordine di Malta

Ordine di Malta – SMOM

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Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 26/01/17

Come si è arrivati alle dimissioni del Gran Maestro Mattew Festing. Il caso della distribuzione di preservativi in Myanmar

Un Gran Maestro in carica a vita, molto british e appassionato di caccia alla volpe, che si dimette improvvisamente dopo un’udienza con il Papa. Un cardinale «patrono» americano che porta scompiglio all’interno di una delle istituzioni cavalleresche più antiche, contribuendo a defenestrare il numero due dell’Ordine, il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, membro di un’antica e nobile famiglia tedesca antinazista. Una vecchia storia di preservativi distribuiti da una ONG in Myanmar. Lettere, contro-lettere e pubblici comunicati senza un barlume di diplomazia. Quelle vissute dall’antico e potenteSovrano Militare Ordine di Malta sono state festività natalizie di fuoco. Ieri il clamoroso epilogo: le dimissioni di Sua Altezza il Gran Maestro Matthew Festing, rassegnate su richiesta di Francesco e accompagnate dalla decisione papale di nominare a breve un «delegato pontificio» che accompagni i Cavalieri in questa fase delicata della loro storia. Così da non creare contraccolpi a una realtà che conta 2000 opere di assistenza ai rifugiati e ai poveri, con 100 mila volontari e un patrimonio di un miliardo e 700 milioni di euro da impiegare a servizio di chi ha più bisogno.

I preservativi in Myanmar

Von Boeselager, figlio dell’omonimo barone che nel 1944 partecipò al complotto contro Adolf Hitler, viene eletto Gran Cancelliere e dunque numero tre nella gerarchia dell’Ordine dei Cavalieri di Malta nel 2014, contro il volere del Gran Maestro Festing che gli aveva opposto una lista alternativa. I rapporti tra i due diventano tesi. Boeselager è molto stimato, come attestano le decine di testimonianze interne all’Ordine raccolte dalla commissione vaticana d’inchiesta. Con l’arrivo quale cardinale patrono del porporato americano conservatore Raymond Leo Burke, Festing trova un alleato. L’occasione per la resa dei conti è una storia accaduta nel 2013, quando Boeselager, non ancora Cancelliere, si occupava delle iniziative assistenziali nel mondo. Una ONG che collabora con i Cavalieri di Malta aveva distribuito dei preservativi in Myanmar. E lui, secondo l’accusa, ne sarebbe stato a conoscenza.

Il coinvolgimento del Papa

Entra in gioco direttamente il cardinale Burke, sempre più influente nell’Ordine, che il 10 novembre 2016 va in udienza dal Papa. E gli assicura essere Boeselager il responsabile del «condom-gate». Burke chiede anche una lettera pontificia per avallare la defenestrazione del Gran Cancelliere considerato ormai troppo «liberale». Francesco scrive una missiva invitando i Cavalieri a vigilare sul rispetto della morale cattolica, ma chiede esplicitamente di risolvere la contesa con un confronto interno, senza tagliare delle teste. La volontà del Papa, che non avalla affatto la rimozione di Boeselager, non viene però presa in considerazione. Il 15 dicembre il Gran Cancelliere viene allontanato. Francesco, che era stato chiamato in causa dal cardinale Burke, fa intervenire il Segretario di Stato Pietro Parolin, il quale per ben due volte scrive al Gran Maestro spiegando quali fossero le reali indicazioni papali.

La commissione e il comunicato

L’Ordine però resiste. Bergoglio decide allora di nominare una commissione d’inchiesta sulla rimozione appena avvenuta e ne affida la guida all’arcivescovo Silvano Tomasi. Il Gran Maestro Festing controbatte in modo durissimo, con un comunicato nel quale rivendica l’autonomia dei Cavalieri, non riconosce alcuna legittimità alla commissione e impone ai vertici dell’Ordine di non collaborare. Gli investigatori vaticani, grazie a molte testimonianze e documenti, scoprono che a Francesco non è stata raccontata la verità e che il rapporto sul caso dei condom non sarebbe stato riportato correttamente e integralmente. Boeselager, conlcude la commissione, non ha responsabilità: appena venuto a sapere della distribuzione aveva interrotto la collaborazione con l’ONG. La sfida aperta del Gran Maestro alla Santa Sede, e le informazioni non complete sul caso dei preservativi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il 24 gennaio Festing incontra Francesco e viene invitato a dimettersi. Accetta, anche se il cardinale Burke nelle ore successive tenta di dissuaderlo, mettendosi dunque apertamente contro il Papa.

La sorpresa del «delegato»

L’Ordine di Malta gode dell’autonomia di uno Stato sovrano e ha propria diplomazia. Secondo gli statuti il governo viene assunto ad interim dal Gran Commendatore, ma un comunicato vaticano ha annunciato ieri l’imminente nomina di un «delegato pontificio». Un rappresentante di fiducia del Papa, che accompagni questa fase delicata fino all’elezione del nuovo Gran Maestro, senza che siano messe a rischio le benemerite opere di carità.

Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Stampa

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