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4 motivi per evitare di andare in terapia (e perché non reggono)

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Colleen Duggan - pubblicato il 22/07/16

Se i CEO possono fare progetti per migliorare le performance, perché non dovrei farlo anch'io?

Di recente sono tornata in terapia. Non cerco un aiuto a causa di una dipendenza, o perché sono un’adultera seriale o sto affrontando una crisi matrimoniale epica.

Ci vado perché a volte, quando sono stressata o stanca o quando il cielo è grigio, mi manca l’autocontrollo necessario per tenere a freno la lingua. Incontrare qualcuno che mi aiuta a creare strategie per combattere questa debolezza personale ha già avuto effetti positivi. I CEO delle imprese se ne escono continuamente con business plans per migliorare le loro performance finanziarie, e visto che io sono la co-CEO della Duggan Corporation non può far male creare un piano tutto mio.

Ho notato che alcuni cattolici temono la terapia, e lo capisco. Non sarebbe utile, ad esempio, se un terapeuta suggerisse di assumere la pillola per il controllo delle nascite e di lasciar perdere l’insegnamento domestico dei figli come soluzione allo stress che sperimento nella vita familiare. Ho già deciso che la pillola anticoncezionale e la scuola full time non risolverebbero i miei problemi, ma sviluppare capacità per far fronte all’incostanza emotiva sì, e non voglio dover difendere la mia fede o il mio stile di vita con qualcuno che non capisce. Anche se smettessi di avere figli e mandassi tutti i miei bambini a scuola, lotterei ancora con il mio temperamento.

Detto questo, nessuno dei consulenti con cui ho avuto a che fare mi ha mai suggerito un cambiamento dello stile di vita che violi la mia coscienza o il mio sistema di valori. Hanno tutti rispettato le mie convinzioni, e molti di loro erano cattolici.

E tuttavia, mi rendo conto che alcuni cattolici esitano ad andare in terapia per altre ragioni. Come volontaria nel ministero ecclesiale, ecco quattro questioni con cui ho notato che i cattolici lottano al momento di discernere se cercare o meno aiuto esterno (e le mie confutazioni).

1. Crediamo che la preghiera e la formazione spirituali bastino. Dio può usare i sacramenti per guarire chiunque, in qualsiasi momento. Può stendere la mano e… voilà, guarigione totale.

E se Dio volesse che vi aiutiate anche da soli? E se stesse usando i sacramenti per spingervi a cercare qualche aiuto extra? Avete mai seppur lontanamente pensato o avuto intenzione di alzare il telefono e prendere un appuntamento per parlare a qualcuno dei vostri problemi? Forse lo Spirito Santo sta cercando di dirvi qualcosa.

Qualcuno in una conversazione quotidiana o un sacerdote in confessionale vi ha mai detto “Hai mai pensato alla terapia?” Se è così, forse dovreste pensarci un attimo. È stato l’accostarmi frequentemente ai sacramenti (e qualche spinta esterna) a permettermi di riconoscere che non riuscivo a risolvere tutti i miei problemi da sola.

2. È troppo costoso.

È vero, la terapia può essere costosa, ma cosa lo è di più? Rapporti tesi? Problemi di salute perché vi tenete dentro tutte le emozioni o perché queste si riversano su chiunque in modo costante? Quanto costa un divorzio?

Sicuramente la terapia potrebbe richiedere qualche sacrificio, ma se non si decide di seguirla si potrebbe finire in bancarotta, e non solo a livello finanziario. Potreste anche parlare fin dall’inizio con il vostro consulente del budget che avete a disposizione. Alcuni consulenti potrebbero avere qualche programma specifico in base al tipo e al numero di problemi da affrontare.

3. Il problema è mio marito/mia moglie, e lui/lei non verrà con me.

Forse siete sposati con un pornodipendente, un adultero, un alcolizzato o una persona avara a livello emotivo. Il vostro coniuge manca sicuramente di tutta una serie di capacità interpersonali, il che rende complicato interagire con lui/lei.

Ma forse anche qualcosa in voi merita un’analisi un po’ più approfondita, no? Avete forse dei modelli emotivi non sani che sarebbe bene esplorare? È utile togliere prima la trave dal nostro occhio per poter vedere bene la pagliuzza in quello altrui.

4. Posso risolvere tutto da solo/a.

No, probabilmente non potete. Siamo fatti per la dimensione comunitaria. “Attraverso il rapporto con gli altri, la reciprocità dei servizi e il dialogo con i fratelli, l’uomo sviluppa le proprie virtualità, e così risponde alla propria vocazione”, afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1879).

Le nostre interazioni con altre persone ci aiutano a capirci meglio e a realizzare il nostro potenziale più pieno. Non possiamo diventare quello che dovremmo essere da soli. Abbiamo bisogno di sostegno. Quando siamo malati andiamo da un dottore perché ci aiuti a guarire il nostro corpo. Quando abbiamo bisogno di guarigione spirituale andiamo da un sacerdote. E a volte, non importa quanto siamo persone talentuose e di successo, dobbiamo cercare l’aiuto di un esperto perché ci aiuti a livello emotivo.

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Colleen Duggan, moglie e madre di sei bambini, è una scrittrice freelance per varie pubblicazioni cattoliche online. Ha un blog su www.colleenduggan.net.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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