La visita di papa Francesco al World food program, ha acceso i riflettori su un insieme di problemi che toccano tutta l'umanità.
di Francesco Peloso
La visita compiuta dal papa al Pam, il Programma alimentare mondiale (World food program, Wfd), ha riacceso i riflettori su alcuni grandi temi collegati fra di loro: la denutrizione che colpisce milioni di persone nei Paesi poveri, la distribuzione delle risorse, i problemi legati all’agricoltura, lo spreco del cibo, le speculazioni sui generi alimentari. La direttrice esecutiva del Wfp, Ertharin Cousin, ha accolto il Papa come un «difensore della dignità dell’umanità». «La verità», ha detto, «è che il mondo ha la conoscenza, la capacità e le abilità» per sconfiggere la fame e la malnutrizione. Ciò di cui si ha bisogno, ha sottolineato, è «la volontà pubblica e politica mondiale».
A guardare i dati diffusi dalle varie agenzie Onu sulla materia, la Fao e il Pam, fra le altre, emerge un quadro in cui ancora 795 milioni di persone soffrono la fame. Tuttavia va detto che la denutrizione assoluta nel mondo si sta riducendo, per quanto il problema rimanga gigantesco e incida maggiormente in certe aree del Pianeta rispetto ad altre. Rispetto al 1990, infatti, il numero di coloro che non hanno abbastanza da mangiare è calato di circa 216 milioni, il che equivale comunque a dire che più o meno una persona ogni 9 soffre la fame.
D’altro canto, se la fame sta regredendo, bisogna anche rilevare che questo non avviene in modo uniforme. I numeri dicono che l’Asia resta il continente con la più alta percentuale di persone che soffrono la fame nel mondo mentre l’Africa Sub-sahariana è la regione con la più alta incidenza (in percentuale sulla popolazione) della fame, una persona su quattro infatti soffre di denutrizione. La fame, poi non colpisce tutti nello stesso modo, l’infanzia paga un prezzo più alto: nei Paesi in via di sviluppo, un bambino su sei (sono circa 100 milioni) è sottopeso, ancora, un bambino su quattro nel mondo soffre di deficit di sviluppo. Nei Paesi in via di sviluppo, questa percentuale può crescere arrivando a un bambino su tre, mentre 66 milioni di bambini in età scolare – 23 milioni nella sola Africa – frequentano le lezioni a stomaco vuoto.
La notizia positiva è che, in ogni caso, nell’arco di 25 anni, dal 1990 al 2015, nei paesi in via di sviluppo, la prevalenza della denutrizione – che misura la percentuale di persone che non sono in grado di consumare cibo sufficiente per una vita attiva e sana – è scesa al 12,9% della popolazione, un calo dal 23,3%; questo racconta l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sull’insicurezza alimentare nel mondo. Va poi rilevato come la maggioranza dei paesi monitorati dalla Fao – 72 su 129 – ha raggiunto l’«Obiettivo del Millennio» di dimezzare la prevalenza della denutrizione entro il 2015, allo stesso tempo i paesi in via di sviluppo nel loro complesso hanno mancato l’obiettivo per un piccolo margine. Inoltre, 29 paesi hanno raggiunto l’obiettivo più ambizioso posto dal Vertice Mondiale sull’Alimentazione del 1996 di dimezzare il numero totale delle persone denutrite entro il 2015. L’obiettivo da raggiungere è quello, evocato anche dal Papa, della «fame zero».