Dovremmo anche bandire ogni dolce che ha una croce, già che ci siamo?
Stavo cercando dei cestini di Pasqua che contenessero prodotti senza allergeni, quando mi sono imbattuta in un articolo, un po’ datato, secondo il quale le croci di cioccolato supererebbero i limiti della decenza. Ero contenta di non aver trovato soltanto coniglietti senza latte e Jelly Belly senza amido di mais, ma addirittura croci di cioccolato fondente per mia figlia; eppure questo avrebbe turbato alcuni cristiani, che anzi sembrerebbero trovare tutto questo addirittura blasfemo. A me sembra invece che loro abbiano dimenticato di vedere quanto descritto con gli occhi di un bambino.
A me piace inserire una croce di cioccolato nei cestini dei bambini, la mattina di Pasqua. Quella croce, in mezzo a uova e pulcini, ricorda loro il significato di questo giorno: Resurrezione, vittoria sulla tomba, nuova vita in Cristo. Ho delle foto di tutti i miei figli, scattate negli anni, in cui – sporchi di cioccolata – sgranocchiano i bracci delle croci; e mentre chi soffre di allergia non ha mai mostrato problemi nell’avere un cestino a parte, volevo davvero prenderle qualcosa di speciale, quest’anno.
Ma evidentemente non tutti hanno il mio stesso entusiasmo nel trovare croci di cioccolato. Non mi sorprende che alcuni cristiani si offendano, ci sono persone che si offenderebbero per qualsiasi cosa. Ma ciò che mi ha sorpreso, e non poco, è che l’articolo citava un portavoce di una diocesi cattolica romana:
“La croce dovrebbe essere venerata, non mangiata, non buttata in un cestino pasquale tra caramelle e marshmallow. È un insulto”.
Mi chiedo se questa persona trovi oltraggioso anche il pane pasquale a forma di croce, o le torte a forma di agnello. Molte culture hanno la tradizione, peraltro antichissima, di cucinare il cibo a forma di croce; non per venerarla come facciamo noi con il crocifisso durante la celebrazione dell Passione del Signore, bensì per ricordare, un simbolo che è parte delle (e che viene consumato nelle) celebrazioni. Pensate all’Altare di San Giuseppe – diffuso in Italia – in cui sono presenti molte varietà di cibi, in molteplici forme: pani a forma di martello e di chiodi, torte a forma di croce, corone di spine fatte di cioccolata, pani a forma di bastone di pastore o di ostensorio. Pensate agli Oplatki polacchi, cialde di Natale con su incise immagini della Natività che, secondo la tradizione, “mette in secondo piano il pasto eucaristico a cui i cattolici prendono parte in ogni Messa”.
Ho pensato al meraviglioso pane pasquale che prepara la mia amica Rebecca. Insaporito con spezie e aromi esotici, resina di lentisco e mahleb, questo tipo di pane viene impastato a forma di croce e decorato con cinque uova dipinte di rosso.