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Cos’ha Donald Trump che dà fastidio a tutti tranne ai milioni di suoi seguaci?

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Jeffrey Bruno/Gage Skidmore

Jaime Septién - Javier Ordovás - Aleteia - pubblicato il 07/03/16

Durante il volo di ritorno dal Messico, papa Francesco è stato ironico, enfatico e totalmente chiaro quando ha affermato che “una persona che pensa soltanto a fare muri” e “non a fare ponti non è cristiana”. Ergo: Donald Trump, il candidato che ha trionfato dal lato repubblicano nel Super Tuesday degli Stati Uniti, non è cristiano.

Trump, va ricordato, ha un’idea fissa nei confronti dei messicani, immigrati o meno: se diventerà Presidente, se ne andranno dagli Stati Uniti.

Dopo che se ne saranno andati, esigerà che il Governo messicano paghi un muro di 3.200 chilometri, per una spesa di 20 milioni di dollari, perché non tornino mai più.

Le sue dichiarazioni hanno fatto sì che i due ex Presidenti del Messico del Partido Acción Nacional (PAN), Vicente Fox e Felipe Calderón, lo abbiano definito “pazzo” e impresentabile. Fox ha anche paragonato il suo discorso a quelli di Adolf Hitler.

I giornali di tutto il mondo si sono stupiti del trionfo di Trump nel Super Tuesday. L’Handelsblatt tedesco, ad esempio, ha scritto nel suo editoriale del 3 marzo che “la candidatura di Trump ha lasciato il passo alla follia. L’impensabile può accadere. Uno scherzo di cattivo gusto sta diventando realtà”. “Ora bisogna parlare seriamente di quello che sembrava grottesco”.

Una lettera inviata ai media da 70 repubblicani esperti della politica estera degli Stati Uniti e pubblicata dal blog War on the rocks ha avvertito che se Trump arriverà alla presidenza il Paese sarà “meno sicuro”, e che la sua visione di come si dovrebbe usare il potere contro i detrattori “rappresenta una seria minaccia alla libertà civile negli Stati Uniti”.

Anche i politici repubblicani stanno pensando a come indebolire la sua campagna. In questi giorni si è pensato alla possibilità di introdurre una terza persona che lo metta in ombra (e con cui Trump si è battuto alacremente): Mitt Romney, candidato alle presidenziali del 2012.

Persecuzione religiosa?

Una delle tante uscite di Trump che hanno lasciato perplessi più o meno tutti è stata l’accusa che ha rivolto all’agenzia federale del Governo degli Stati Uniti incaricata della raccolta fiscale (Internal Revenue Service, IRS) di perseguitarlo per la sua fede cristiana.

Dopo il dibattito repubblicano del 25 febbraio, infatti, Trump si è dichiarato vittima di “persecuzione religiosa” mentre spiegava perché non poteva presentare la sua dichiarazione dei redditi.

Rispondendo al giornalista della CNN Chris Cuomo sul suo rapporto attuale con l’IRS, Trump ha detto: “Sono sotto revisione da parte dell’IRS, e credo che sia davvero ingiusto. Forse è per la religione, forse per qualche altro motivo, forse per questo (la corsa presidenziale), perché è molto recente”.

Quando Cuomo ha chiesto a Trump cosa intendesse citando la religione, questi ha risposto: “Forse perché sono un cristiano forte”.

“Il papa non vada alla frontiera”

La guerra di Donald Trump contro i messicani ha coinvolto anche papa Francesco. Durante la visita del pontefice in Messico, infatti, era prevista la sosta di fronte al “Muro dell’Ignominia” per pregare per i migranti e i rifugiati messicani e centroamericani a Ciudad Juárez, alla frontiera con El Paso (Texas, Stati Uniti).

Trump ha detto che il papa non avrebbe dovuto farlo. In un’intervista alla catena televisiva Fox, ha detto che il pontefice stava agendo come alleato del Governo messicano.

“Penso che il papa sia un personaggio molto politico”, ha affermato. “Non credo che capisca il pericolo di avere una frontiera aperta come quella che abbiamo attualmente noi con il Messico”.

Trump, presbiteriano, ha criticato altre volte il papa per le sue visioni sul capitalismo o sull’avvicinamento all’islam, anche se ha detto che Francesco gli piace perché è “un gran bravo ragazzo”.

Chi sono “i migliori”?

In questo contesto, una ragazza di origine messicana, Adriana Almanza, di 28 anni, ha scritto a Trump una lettera diventata virale.

“Non siamo ricchi nella ricchezza, signore, ma siamo ricchi di ciò che conta, la conoscenza, la cultura e la fede”, ha scritto la ragazza in risposta alle dichiarazioni di Trump sugli immigrati messicani negli USA e sulla volontà di costruire il famigerato muro.

“Il Messico manda la sua gente ma non manda il meglio”, ha dichiarato Trump. “Sta mandando gente con una marea di problemi (…). Stanno portando droga, crimine, violentatori. Penso comunque che ci siano delle brave persone”.

Adriana ha scritto a Trump per presentarle il padre Raúl, messicano arrivato più di trent’anni fa negli Stati Uniti.

“Mio padre ha lavorato 5-6 giorni a settimana da quando era bambino e non l’ho mai sentito lamentarsi, neanche una volta. Non beve. Non si droga. Ovviamente non è un criminale, un violentatore o un narcotrafficante, come lei ha suggerito nel suo discorso”, ha dichiarato.

“Se mio padre rappresenta il tipo di persone che il Messico ‘manda’, non c’è dubbio che questo paese è sempre migliore. Il problema è che lei e io abbiamo una definizione diversa dei ‘migliori’”.

“I migliori, per me, sono quelli che lavorano sodo e continuano ad essere umili. È quello che incarna mio padre e che incarnano altri milioni di messicani”.

“Forse dovrebbe conoscere più gente come mio padre”, ha concluso Adriana. “E allora vedrebbe da sé come stanno le cose, e anziché attaccare il Messico lo ringrazierebbe perché manda i ‘migliori’”.

[Traduzione dallo spagnolo e adattamento a cura di Roberta Sciamplicotti]

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