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Single: non rinunciate al vostro desiderio d’amore

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Ivan Mateev/Shutterstock

Katrina Fernandez - pubblicato il 14/02/16

In questo giorno di San Valentino, coltivate l'essere single come un dono

Il giorno di San Valentino, una festa a cui i single si accostano con timore, è impossibile da ignorare. Fiori e gioielli sono ovunque su Internet e in televisione. I siti di incontri amplificano i loro annunci. Il messaggio è chiaro: “Essere single è un fallimento. Permetteteci di rimediarvi per voi”.

Molti single sono contenti di esserlo, ma per coloro che sono single e lottano con questa condizione, vorrei dire che va bene. È normale. Dio ci ha fatti l’uno per l’altro. Ci ha creati con il desiderio e la capacità di amare.

Per me, l’aspetto più difficile dell’essere single è il fatto di non avere qualcuno con cui condividere la mia vita. C’è un desiderio insoddisfatto di intimità giorno dopo giorno.

E allora si prega. Si prega per trovare uno/a sposo/a. Quando non funziona, si prega Dio di trasformarci in un materiale più “sposabile” nella speranza che qualcosa cambi nel nostro comportamento, rendendoci più attraenti per il sesso opposto. E alla fine ci si arrabbia e si inizia a chiedere a Dio di strappare dal proprio cuore il desiderio di sposarsi, di amare e di essere amati, tutto il pacchetto.

Ho presentato l’ultima richiesta, spesso amaramente, per buona parte di un anno – pregando quotidianamente che Dio strappasse via tutto, pensando che non sia carino da parte sua creare dentro di noi questo forte desiderio di compagnia e amore solo per far sì che questi desideri non diventino mai realtà.

Perché Dio dovrebbe essere così crudele?

Da single, mi è sempre stato detto di fare di questo la mia preghiera. Ma so che si tratta di un consiglio imperfetto e fuorviante e di una preghiera imperfetta e fuorviante.

Perché?

Perché dobbiamo deporre le nostre lotte ai piedi della croce. Dobbiamo riporre la nostra fiducia in lui. Possiamo offrire le nostre miserie e ricordare che queste lotte possono aiutarci a santificarci.

Non possiamo pregare Dio e dire: “Ehi, quello che mi hai dato è troppo duro. Riprenditelo”. Dobbiamo invece pregare dicendo: “Ehi, Signore, è dura come l’inferno e ho bisogno del tuo aiuto. Mi fido di te”.

Questo ci permette di avanzare sulla stessa via per la quale Dio ha creato il sacramento del matrimonio: la via che porta a Lui.

L’obiettivo del matrimonio non è gratificare le nostre necessità, o riempire qualche vuoto desiderio. L’obiettivo del matrimonio è crescere nella santità insieme, aiutando l’altro a raggiungere il Paradiso.

Lo scopo finale è sempre Cristo, che ci si arrivi con l’aiuto di uno sposo o meno.

E allora non possiamo pregare perché quel desiderio d’amore venga rimosso dal nostro cuore. Preghiamo invece che Dio aumenti quel desiderio e lo reindirizzi verso di Lui.

Siamo umani, creati da Lui per Lui. Quel desiderio che proviamo, anelando a qualcosa di più profondo e di più grande, sarà sempre lì. Fa parte della nostra splendida umanità. Chiedere a Dio di “rimuovere tutto” è chiedergli di renderci meno che umani.

Mi ci è voluto del tempo per capirlo. Gli ho chiesto di rimuovere tutto e Dio ha detto: “No. Invece amami”.

Il mio messaggio alle persone single è quindi di usare questo dono dell’essere single come il nostro tempo non distratto con Lui. Cerchiamolo ogni giorno nella preghiera. Dobbiamo essere arrabbiati e onesti sui nostri sentimenti, ma anche umili. So che è difficile, e non sembra giusto, e va benissimo dirglielo, spesso se è necessario. Ma terminiamo sempre le nostre preghiere dicendo che abbiamo fiducia in Lui, e chiedendogli che si compia la Sua volontà.

Se aneliamo all’intimità, allora cerchiamo un’intimità spirituale con Dio. Se aneliamo all’amore, allora cerchiamo di amare di più Dio. Meditiamo in preghiera su ciò che è l’amore e su come possiamo metterlo in pratica. Amare un altro essere umano è facile perché è un essere tangibile che possiamo vedere e sentire. Amare Dio può essere più difficile, per via delle nostre capacità limitate di comprendere la grandezza dell’amore perfetto di Dio.

Lo stato di single offre del tempo per stare con Lui. Forse si deve trascorrere meno tempo sui siti Internet di incontri e più tempo in preghiera durante l’Adorazione, davanti alla Sua presenza fisica. Dobbiamo trascorrere meno tempo concentrandoci sui nostri dispiaceri e sulle nostre miserie e più tempo a contemplare i Suoi dolori e i Suoi sacrifici per raggiungere una vera comprensione del Suo amore incondizionato senza limiti.

Smettiamo di pensare che l’essere single sia un problema a cui rimediare, e riteniamolo un periodo per crescere nella santità.

Non chiudiamo il nostro cuore all’amore pensando di non avere nessuno da amare; apriamo invece il nostro cuore a ricevere più amore di quanto ne può sopportare.

Non preghiamo per avere di meno, ma per avere di più.

Non preghiamo per un desiderio imperfetto, per un amore umano e un’affermazione passeggeri, ma per un amore incondizionato che solo Cristo può offrirci. Preghiamo che l’amore che abbiamo già pronto nel cuore sia nutrito e magnificato per Lui.

Questi suggerimenti non sono rimedi per la solitudine o la tristezza, perché essere single non dev’essere una condizione a cui rimediare come se fosse una malattia. L’essere single dev’essere coltivato come un dono. In questo giorno di San Valentino, dobbiamo essere incoraggiati ad amare e ad essere amati.

—–

Katrina Fernandez ha un dottorato in Essere Single e un master in Monogenitorialità. Scrive da dieci anni su questi argomenti.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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