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È lecita la devozione al cuore di San Giuseppe?

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artist Juan Patricio Morlete Ruiz-photo: Alejandro Hernández García-CC

Padre Henry Vargas Holguín - pubblicato il 13/02/16

È stata proibita nel XIX secolo, anche se Giovanni Paolo II parla del cuore del santo in due esortazioni apostoliche

Avere qualche devozione equivale a tributare un culto; parlare concretamente della devozione al Cuore di San Giuseppe equivarrebbe a parlare del culto al cuore di San Giuseppe.

Il culto a San Giuseppe in Occidente sorge soltanto nel secondo millennio, e viene affermato dalla Chiesa solo nella seconda metà del XIX secolo, ma bisogna tener conto del fatto che una cosa è il culto al santo e un’altra molto diversa è il culto al suo cuore.

Dovremmo tuttavia chiederci se è lecito tributare il culto al cuore di San Giuseppe.

C’è ben poca documentazione al riguardo. Al momento si sa che questa devozione venne proibita nel XIX secolo da papa Gregorio XVI, anche se non è chiara la base di questo divieto perché non è stato trovato o non è stato pubblicato ufficialmente il testo originale.

La possibile spiegazione è che il cuore, biblicamente parlando, è il centro delle emozioni, dei sentimenti dell’uomo; per questo il cuore, menzionato spessissimo nella Bibbia, ha un’importanza suprema. E visto che il cuore reagisce di fronte alle emozioni umane, è per questo che si può considerare il centro della sensibilità, tanto che è considerato parte dell’anima. E nella teologia il cuore è la categoria divina dell’amore.

La parola “cuore” fa riferimento all’unità e al centro più intimo della persona, al nucleo dal quale nascono le decisioni, e all’amore come realtà ultima dell’uomo e come esperienza di Dio.

Come nucleo dal quale emergono le decisioni, il cuore configura i comportamenti della persona; è per questo che solo gli esseri umani hanno il cuore (a differenza degli animali che hanno un muscolo cardiaco).

Rendere culto al cuore di San Giuseppe implica quindi dare culto a tutto ciò che è stato detto, il che al momento non è possibile; ciò significa che rendere culto al cuore di San Giuseppe equivarrebbe a equiparare il suo cuore (di uomo) al cuore di Dio, cosa che non succede con il Sacro Cuore di Gesù (perché Gesù è Dio, e il suo cuore partecipa al Cuore divino) né con il Cuore Immacolato di Maria (che essendo piena di grazia era piena di Dio).

Dio Padre ha preparato il cuore di Maria perché fosse la degna dimora di suo Figlio; in questo modo il cuore di Maria partecipa anche del cuore di Dio. Maria ha concepito prima nel suo cuore e poi nell’utero. La presenza trinitaria si trova in Maria già prima del concepimento, e sarà in lei in e durante questo attraverso il suo cuore.

Nonostante papa Giovanni Paolo II, nelle sue esortazioni apostoliche Redemptoris Custos e Familiaris Consortio (nº 86), abbia fatto molti riferimenti al Cuore di San Giuseppe (citando anche Pio XII e Paolo VI), non è sufficiente per dare il via libera alla devozione o culto al cuore di San Giuseppe.

Dall’altro lato, non si può nemmeno affermare che la porta che può approvare pubblicamente questa devozione sia definitivamente chiusa.

Ricordiamo che anche altre devozioni, ad esempio al Sacratissimo Cuore di Gesù e alla Divina Misericordia, sono state proibite, anche se si è trattato di divieti transitori. Lo stesso potrebbe accadere al culto al cuore di San Giuseppe.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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