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«Abbattuto con ruspe e bulldozer». Così’ l’Isis cancella il cristianesimo dall’Iraq

Thousands flee Iraq’s Mosul

Mustafa Kerim / ANADOLU AGENCY

ERBIL, IRAQ - AUGUST 6: Thousands of Yazidi and Christian people flee Hamdaniyah town of Mosul to Erbil after the latest wave of ISIL advances that began on Sunday has seen a number of towns near Iraq's second largest city Mosul fall to the militants on August 6, 2014. (Mustafa Kerim - Anadolu Agency)

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 20/01/16

Dopo Palmira e Niniva abbattuto a Mosul un altro pezzo di storia di 1400 anni fa. Padre Habib: ci vogliono eliminare

L’Isis ha raso al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq. Si tratta del monastero di St. Elijah, a Mosul, costruito 1.400 anni fa. L’agenzia Associated Press, che ha dato in esclusiva la notizia, riferisce di avere potuto accertare la distruzione del monastero attraverso fotografie satellitari commissionate alla società DigitalGlobe (Avvenire, 20 gennaio).

FONDATO NEL 595

Il monastero fu fondato intorno al 595 dc da Mar Elia, monaco assiro, ed era il centro della comunità cristiana. Per secoli migliaia di pellegrini raggiungevano il monastero per la festa di Mar Elia, l’ultimo mercoledì di novembre (Rainews.it, 20 gennaio).

ABBATTUTO DALLE RUSPE

Secondo esperti che hanno visionato le immagini, le antiche mura di pietra «sono state letteralmente polverizzate», con l’uso di bulldozer e forse di esplosivi, probabilmente tra l’agosto e il settembre 2014.

Sant’Elijah era già stato teatro di tragedie e atti di vandalismo, anche ad opera di militari americani durante l’occupazione dell’Iraq. I soldati della 101ma Divisione aviotrasportata Usa, invece, avevano ricoperto le pareti di disegni e vi avevano inciso l’aquila che è il loro simbolo

“CI VOGLIONO ELIMINARE”

Nel suo ufficio in esilio a Irbil, Iraq, il Reverendo Paul Thabit Habib esprime una profonda tristezza per il gravissimo sfregio: «Non posso descrivere la mia tristezza. La nostra storia cristiana a Mosul è stato barbaramente azzerata. Lo vediamo come un tentativo di espellere noi dall’Iraq, un tentativo di eliminazione della nostra esistenza, della nostra cultura in questa terra». (Associated Press, 20 gennaio)

PALMIRA E NINIVE

Per Isis, che si finanzia anche con il traffico di reperti d’arte, si tratta solo dell’ultimo oltraggio, in ordine di tempo, alle vestigia storiche. La scorsa estate hanno distrutto in rapida successione i tempi della città siriana di Palmira e ancora prima le mura della città irachene di Ninive (Agi.it, 20 gennaio).

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