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Quell’abbraccio tra padre Aldo Trento e la lebbrosa come faceva Gesù con gli ammalati

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 19/12/15

Il missionario racconta l'esperienza quotidiana da lui vissuta all'hospice di Asuncion

Un abbraccio, un bacio nel segno della Misericordia di Dio. All’hospice della Fondazione San Rafael di Asuncion, in Paraguay, il missionario padre Aldo Trento è considerato come un padre di tutti gli ammalati. Tra gli “ospiti” della struttura anche molti lebbrosi. A Tempi.it (16 dicembre) padre Aldo racconta così un incontro “speciale”.

«BACIARLA COME FACEVA GESU’»

«Nella clinica abbiamo accolto una donna di 54 anni, madre di 9 figli, malata di cancro e lebbra. Il suo volto totalmente sfigurato all’inizio mi ha impaurito, ma alcuni secondi dopo è scoppiato in me un desiderio potente di baciarla come faceva Gesù quando i lebbrosi si avvicinavano per chiedergli aiuto. Tutti i giorni mi siedo al suo fianco tenendole la mano. È tutto ciò che desidera. Molti si preoccupano di un possibile contagio, ma è troppo bello vedere come questo piccolo gesto, un bacio, una carezza, sveglia in lei un sorriso».

COME PAPA FRANCESCO

Anche Papa Francesco, che è stato all’hospice nel mese di luglio, durante la sua visita nel Sud America, «ha baciato alcuni miei ammalati – ricorda padre Aldo – senza preoccuparsi di sapere se fossero o meno contagiosi. Tutti noi siamo ammalati e contagiosi, eppure Gesù non ha paura di noi».

UNA DOLCE CAREZZA

Il missionario ha vissuto una esperienza «potente» di questa tenerezza di Gesù, in particolar modo, «quando il Papa ha allargato le braccia ai miei malati, manifestando con chiarezza il suo amore a Gesù eucarestia e a Gesù sofferente. “Il povero è Gesù, ma l’ammalato è due volte Gesù, perché povero e ammalato”. Questo modo di guardare ai bisognosi è sempre un rivivere ciò che Gesù faceva con gli umili, gli infermi, i peccatori».

IL MISTERO E LA MISERICORDIA

«Il Mistero sceglie persone insignificanti per manifestare ai poveri la Sua misericordia – sottolinea -. Abbiamo un bisogno estremo di sentirci abbracciati da Gesù, quel Gesù che vive oggi nella Chiesa, nella comunità dei battezzati, che si presenta nella vita sacramentale e negli emarginati». La Chiesa, in questo tempo di Avvento, «ci richiama al sacramento della confessione, perché è in questo luogo che Gesù ci raggiunge con la Sua presenza piena di dolcezza. Ma se non viviamo questa modalità, è impossibile abbracciare l’altro che cammina al nostro fianco e che ha il nostro stesso bisogno!».

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