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Togliendo trucco e ornamenti, mi conosco?

Chica mirándose al espejo – it

© Zoe

padre Carlos Padilla - pubblicato il 07/05/15

Un invito a guardare all'interno del cuore e a cercare la verità della nostra vita

Spesso è difficile sapere chi siamo nel più profondo del cuore. Siamo di Cristo. Gli apparteniamo. Ma come siamo in realtà? Qual è la nostra originalità?

L'altro giorno ho visto un film intitolato “Mangia, prega, ama”. La protagonista ha perso il senso della sua vita e cerca la propria strada correndo da una parte all'altra. Cerca un senso godendosi la vita, mangiando, contemplando la bellezza del mondo. Ma continua ad essere perduta.

Cerca senso nella preghiera, nell'equilibrio, cercando di trovare se stessa nella pace interiore. Continua sempre ad essere perduta. Alla fine trova il senso quando è capace di amare donando tutto.

Come le dice un uomo saggio: “Molte volte perdere l'equilibrio per amore è vivere una vita con equilibrio”.

In un momento un amico le dice che molti luoghi hanno parole che li definiscono. Un Paese, una città. E anche le persone potrebbero definire se stesse con una parola. “Qual è la tua parola?”, le chiede.

Lei risponde: “Ho iniziando essendo figlia. Mi si adattava bene. Poi moglie, non tanto bene. Suppongo scrittrice”. L'amico le risponde che quello è ciò che fa, non ciò che è. È una donna alla ricerca della sua parola. Alla fine del cammino scopre la sua parola e con essa la sua missione.

Anche noi siamo alla ricerca. Tutti viviamo cercando. Qual è la mia parola? Con quale nome mi chiama Dio? Qual è il senso della mia vita?

A volte ci definiamo in base a ciò che facciamo, ai nostri titoli e ai nostri risultati, a ciò che abbiamo, alle nostre conquiste. Più in alto siamo, più ammirazione risvegliamo.

Quanta gente oggi in fondo non conosce la sua parola, la sua verità, il suo nome, non sa chi è! Vive delle apparenze, della facciata che ha sollevato per essere rispettata e amata dagli altri. Sa ciò che fa, ma non chi è davvero.

Oggi mi chiedo: Chi sono io? Togliendo il trucco e gli ornamenti, mi conosco? Spesso non ci conosciamo e non riusciamo a riconoscere la chiamata personale di Dio che ci cerca e ci ama.

Mi colpisce il fatto di incontrare molte persone di mezza età che non sanno ciò che hanno fatto degli anni passati. Non credono di aver raggiunto tutto ciò che sognavano, piuttosto pensano di aver raggiunto ben poco di quello che si aspettavano dalla vita.

Non hanno saputo assumersi gli insuccessi e le croci e non gestiscono le proprie paure e i dolori. Hanno sperimentato la propria debolezza e piccolezza e hanno temuto di conviverci quotidianamente.

Spesso hanno vissuto non come volevano, ma come dettavano la vita e le proprie decisioni. Sono stati esposti alle aspettative altrui, cercando di essere all'altezza.

Hanno fallito e hanno voluto ricominciare, senza sapere cosa fare con il fallimento. Con la paura dei cambiamenti, come diceva la protagonista di quel film: “Tutti vogliamo che nulla cambi. Ci conformiamo al fatto di essere infelici perché ci fa paura il cambiamento, che tutto si trasformi in macerie. Forse la mia vita non è tanto caotica. Le macerie sono un dono. Le macerie sono l'inizio della trasformazione”.

Le crisi di mezza età sono un'opportunità per ricominciare, per trovare la parola che ci definisce, il senso ultimo.

Sempre più spesso mi sorprende il fatto di trovare persone in crisi a metà della loro vita. Quanto disorientamento in persone apparentemente mature!

Il fatto di non sapere chi siamo ci lascia perduti sulla via. Non sappiamo ciò che ci si può aspettare da noi. Dubitiamo e ci angosciamo vedendo che la nostra vita non è quello che potrebbe essere.

Molti non hanno acquisito la saggezza che solo a volte deriva dall'età. E continuano a cercare. Le ferite dell'amore impediscono loro di continuare ad amare. Temono di rischiare. Cercano.

Non importano gli anni vissuti. Possiamo sempre ricominciare. È vero che le crisi e gli insuccessi ci spaventano, e ci costa dover ricominciare da zero, ma il percorso dell'uomo che cammina mano nella mano con Dio è così.

Leggevo l'altro giorno: “L'uomo che si trova alla metà della propria vita dovrà, anziché stare come finora in ascolto delle aspettative del mondo, prestare l'orecchio alla voce interiore e mettere mano all'opera di sviluppo della sua personalità interiore”.

Guardare all'interno del cuore e cercare la verità della nostra vita. Sapere chi siamo, non chi dovremmo diventare. Lottare per donare la nostra originalità e la nostra bellezza.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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