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La Russia “sconsiglia” la diffusione di vignette religiose

Attack against Charlie Hebdo – © Emeline BROUSSARD – CC – it

© Emeline BROUSSARD - CC

https://www.flickr.com/photos/emeline-broussard/16034810988

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 19/01/15

Dopo i fatti di Parigi, il Cremlino invita i media a «non pubblicare caricature su temi religiosi»

Nessun divieto, ma vive raccomandazioni in Russia a «non pubblicare caricature su temi religiosi» sono arrivate, il 16 gennaio, da parte dell'agenzia federale per il controllo dei media, la Roskomnadzor (Asianews, 16 gennaio). Dopo giorni in cui su internet si parlava di «divieti» diramati da alcuni uffici regionali dell'agenzia (Ansa, 15 gennaio), Mosca ha tenuto a precisare che pur «esprimendo solidarietà a tutti gli avversari di ogni tipo di estremismo e terrorismo», si chiede ai media della Federazione russa di «non pubblicare vignette che possono violare la legge». 

OFFENSIVE E UMILIANTI
Il riferimento, come si legge nella nota pubblicata da Roskomnadzor, è alla "legge sui media" e a quella "contro le attività estremiste". Le autorità spiegano che da sempre – e non solo dopo la strage alla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo – caricature su temi religiosi possono risultare «offensive e umilianti» per i fedeli ed essere qualificate come «istigazione a odio etnico e religioso». Così, la "Agenzia delle notizie business" di San Pietroburgo ha dovuto subito cancellare dalla sua homepage la foto della copertina dell'ultimo numero di Charlie Hebdo, che ritrae appunto una vignetta con Maometto.

COMPLOTTO AI DANNI DI MOSCA
Le autorità centrali, precisa ancora Asianews, rimangono caute, tanto più che il concetto di "libertà d'espressione" – che ha riempito le pagine dei media occidentali – in Russia è  argomento piuttosto scivoloso. Sui media ufficiali, si è preferito leggere l'attacco alla Francia come il solito "complotto" americano ai danni di Mosca, ma che stavolta ha preso di mira il presidente François Hollande, reo di aver proposto un ammorbidimento del regime sanzionatorio varato per la crisi ucraina.

LA PROTESTA CECENA
Ed è così che da Mosca nessuno ha finora commento l'iniziativa del leader ceceno Ramzan Kadyrov di tenere – con i leader musulmani locali – una grande manifestazione di protesta per il 19 gennaio, contro le caricature del Profeta Maometto. Accusato dai difensori dei diritti umani di aver di fatto instaurato in Cecenia la sharia – col tacito consenso del Cremlino – Kadyrov ha poi avvertito: «Non permetteremo a nessuno di offendere il Profeta, anche a costo della vita. I musulmani russi non avranno una pazienza infinita».

L'ARRESTO DELL'ATTIVISTA "PRO" CHARLIE
Intanto Il Messaggero (16 gennaio) ha diffuso la notizia che Mark Galperin, attivista anti-Putin, è stato fermato il 10 gennaio sulla Piazza Rossa di Mosca mentre, solo in mezzo alla neve, teneva in bella vista il cartello con l'ormai famoso adagio "Je Suis Charlie". Risultato: otto giorni dietro le sbarre per il cartello ed altri 30 giorni per aver partecipato ad una protesta in sostegno del blogger anti-regime Alexej Navalny. 

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