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Tutti i documenti del Sinodo straordinario sulla famiglia in un libro

Family Time 001 – Yu Wei Lin CC – it

© Yu Wei Lin CC

https://www.flickr.com/photos/doistrakh/3398856994

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 16/12/14

Per approfondirne il messaggio e prepararsi al Sinodo ordinario del 2015

Padre Antonio Spadaro, S.I., direttore de “La Civiltà Cattolica”, è il curatore del testo “La famiglia è il futuro. Tutti i documenti del Sinodo straordinario 2014” (Ancora/La Civiltà Cattolica), che aiuta ad approfondire il messaggio dell'assise celebrata in Vaticano dal 5 al 19 ottobre scorsi.

Il tema familiare, spiega padre Spadaro nell'introduzione al testo, è fondamentale perché la vocazione alla famiglia “è inscritta nella natura umana, ed essa prende la forma di un viaggio impegnativo e a volte conflittuale, come lo è tutta la vita”.

Il compito dei pastori “deve essere innanzitutto quello di valorizzare ciò che è attrattivo nella vita familiare”, ricordando che la famiglia non può mai essere “issata come una bandiera ideologica di alcun tipo: è una esperienza fragile e complessa – e per questo ricca –, che mette in gioco non le idee ma le persone”.

Questo “gioco”, indica il sacerdote gesuita, “oggi più che mai si è fatto complesso. L’uomo e la
donna stanno interpretando se stessi in maniera diversa dal passato, con categorie differenti. L’antropologia a cui la Chiesa ha tradizionalmente fatto riferimento e il suo linguaggio non sono più così compresi come lo erano una volta”.

Come porsi allora in maniera corretta, “cioè evangelica”, davanti alle sfide odierne? È per questo che papa Francesco ha aperto un “processo sinodale” che prevede due Sinodi, uno straordinario e uno ordinario. Al primo, quello di ottobre, seguirà quello in programma dal 4 al 25 ottobre 2015 su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.

La prima condizione richiesta dal papa perché il processo sinodale abbia realmente valore ed efficacia consiste nella “piena libertà di parola e di espressione di chi ne è attore”. “E libertà di parola e umiltà di ascolto sono state richieste perché il papa ha inteso mettere la Chiesa in un serio processo di discernimento pastorale, che ha come base la schiettezza, e che non deve temere divergenze e conflitti”. Si tratta quindi di “discutere” senza “mettere in discussione”.

All’estensione del dibattito ha contribuito la gestione dell’informazione sinodale. Contrariamente a ciò che è avvenuto in passato, ricorda padre Spadaro, nel Sinodo di ottobre “dopo il dibattito quotidiano non sono state rese pubbliche le brevi sintesi degli interventi dei singoli partecipanti”, ma i Padri sinodali “sono stati resi liberi (anzi: sono stati incoraggiati in tal senso) di rilasciare interviste – dunque in contesti dialogici, non asettici, davanti a domande precise – e di comunicare i contenuti dei loro interventi anche via Twitter o blog personali o diocesani, stampa o messaggi video sulle varie piattaforme. Quindi, anziché avere un listato di striminzite sintesi, prive del 'calore' del contesto, la decisione e stata quella di spingere i Padri sinodali a dar corpo ai loro interventi in contesti attivamente comunicativi, e spesso aperti ai feedback diretti”.

In questo modo “si è sviluppata una 'nuvola' comunicativa che ha contribuito a vivere un evento live”, modalità che ha permesso ai singoli Padri “di cambiare anche fino all’ultimo minuto il
proprio intervento e di essere liberi di esprimersi senza pensare di dover essere presentati al 'pubblico' tramite riassunti”.

I dissensi e i conflitti che emergono inevitabilmente, sottolinea padre Spadaro, “non sono da valutare in se stessi, ma all’interno di un processo storico che implica anche situazioni difficili
e faticose”. I dissensi, chiarisce, “non sono spaccature, ma spesso anzi fessure attraverso le quali la grazia passa più agevolmente”.

A questo punto, “il cammino è aperto sull’anno tra il Sinodo straordinario e quello ordinario, immaginato anch’esso come una tappa del processo di discernimento”.

Ciò che è necessario per il sacerdote gesuita, alla fine del Sinodo straordinario, è che “la Chiesa, a tutti i suoi livelli, si interroghi non solamente su questa o quella questione particolare, ma grazie ad esse anche sul modello ecclesiologico che incarna”, che “ci fa comprendere il compito della Chiesa stessa nel mondo e il suo rapporto con la storia”.

Il papa parla della Chiesa come un “ospedale da campo dopo una battaglia”, e qual è il campo di battaglia oggi? Tante le sfide che riguardano la famiglia: calo delle nascite e invecchiamento della popolazione, contraccezione, procreazione assistita, famiglie ricostituite, coppie di fatto, persone omosessuali.

“Ma, in realtà, il vero problema, la vera ferita mortale dell’umanità oggi è che le persone fanno sempre più fatica a uscire da se stesse e a stringere patti di fedeltà con un’altra persona, persino se amata”, confessa Spadaro. “È questa umanità individualista che la Chiesa vede davanti a sé. E la prima preoccupazione della Chiesa deve essere quella di non chiudere le porte, ma di aprirle, di offrire la luce che la abita, di uscire per andare incontro a un uomo che, sebbene creda di non aver bisogno di un messaggio di salvezza, si scopre spesso impaurito e ferito dalla vita”.

“Come dunque la Chiesa, ospedale da campo, può essere presente nel mondo?” In questo senso, sia la Relatio post disceptationem di metà Sinodo che la Relatio Synodi e il Messaggio parlano di una “Chiesa fiaccola” in relazione a una “Chiesa faro”. Qual è la differenza tra faro e fiaccola? “Il faro sta fermo, è visibile, ma non si muove. La fiaccola, invece, fa luce camminando là dove sono gli uomini, illumina quella porzione di umanità nella quale si trova, le loro speranze, ma anche le loro tristezze e angosce”.

“Non basta che la Chiesa rifletta la luce di Cristo sulle coppie umane come un faro luminoso, ma statico”, ricorda padre Spadaro. “Occorre che sia anche fiaccola. Infatti, se l’umanità si allontanasse troppo, la luce della Chiesa – per quanto potente – diventerebbe talmente flebile da scomparire per molti”.

Ecco quindi le chiavi per rileggere e meditare tutti i documenti del Sinodo e prepararsi a quello dell'anno prossimo.

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