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Papa Francesco: la visita in Turchia “porti frutti di pace”

Conclusion of the Synod & Beatification Pope Paul VI – Pope Francis 19-10-2014 – Antoine M – 06 – it

© Antoine Mekary / Aleteia

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 26/11/14

Alla vigilia dell'incontro tra Bergoglio e Bartolomeo I, il papa lancia un nuovo appello per i cristiani perseguitati e incontra due vescovi iracheni

Il Papa lancia di nuovo un appello per i cristiani perseguitati in Medio Oriente alla vigilia del viaggio in Turchia. All’udienza generale mercoledì 26 novembre così si è rivolto a loro: “Siate forti e aggrappatevi alla Chiesa e alla vostra fede. Trasformate con la vostra speranza e curate con il vostro perdono, con l’amore e la pazienza della vostra testimonianza”.

In particolare il Papa ha parlato ai cristiani dell’Iraq. Salutando i pellegrini di lingua araba presenti in piazza San Pietro, ha ricordato “la violenza, la sofferenza” vissute dalle popolazioni della regione, invocando per loro protezione e sostegno.

Tra quanti ascoltavano le sue parole c’erano due testimoni diretti della drammatica realtà dei cristiani iracheni l’arcivescovo caldeo di Mossul, Amel Shamon Nona, e l’arcivescovo siro ortodosso della stessa città, Nikodemos. Alla richiesta di pregare per le vittime della violenza Bergoglio ha unito quella per la causa ecumenica, ricordando il suo imminente viaggio in Turchia: “Questa visita di Pietro al fratello Andrea porti frutti di pace, sincero dialogo tra le religioni e concordia nella nazione turca”.

I due vescovi hanno parlato brevemente con il Papa, riferisce l’OsservatoreRomano (27 novembre), e hanno illustrato al Pontefice le “tre priorità dei cristiani iracheni”: “Libertà di far ritorno in sicurezza alle proprie case; garanzia di tutti i diritti civili e non trattamento da cittadini di serie b; preghiera e sostegno del Papa e della Chiesa universale”. Mons. Nona ha presentato al Papa il “mio amico Nikodemos, arcivescovo siro ortodosso di Mossul”: “Insieme vogliamo testimoniare l’unità e la speranza dei cristiani in Iraq: lavoriamo fianco a fianco senza fare distinzioni tra cattolici e ortodossi”.

I due vescovi hanno presentato a Francesco la drammatica realtà dei rifugiati cristiani: “La nostra gente è stata costretta ad abbandonare tutto, case, terre e proprietà per provare a sopravvivere”. Ma “anche le nostre chiese sono svuotate e per pregare insieme ci si trova, di volta in volta, dove è possibile”, hanno aggiunto. Mons. Nona parlando con il quotidiano della Santa Sede ha spiegato che i cristiani iracheni guardano con tanta speranza al Papa e “si aspettano la sua benedizione e il suo incoraggiamento per non sentirsi soli, abbandonati”. L’unica via d’uscita dalla drammatica situazione “deve prevedere soluzioni che tengano conto delle ingiustizie patite e garantiscano un nuovo quadro di riferimento sociale e politico per tutto l’Iraq”. Insieme ai due vescovi all’udienza generale c’era anche Marzouq Ali Mohammed Al-Thunayan Ghanim, speaker dell’assemblea nazionale del Kuwait.

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