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In Italia l’eutanasia è illegale ma praticata

Euthanasia

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 26/11/14

Lo afferma l''oncologo Umberto Veronesi, sostenitore della "dolce morte"

L’eutanasia in Italia si fa. A praticarla clandestinamente sono diversi medici. Sono piuttosto inquietanti le dichiarazioni dell’autorevole oncologo Umberto Veronesi. Lui, da aperto sostenitore del diritto alla "dolce morte", si spinge a dire che nonostante questa pratica sia illegale in Italia, ci sarebbero cliniche o ospedali che l’avallano regolarmente. 

MOVIMENTO CLANDESTINO
Il Corriere della Sera (25 novembre) riporta le parole di Veronesi, il primo ad ammettere esplicitamente che in Italia si pratica illegalmente l’eutanasia: «Al malato terminale che negli ultimi giorni di vita con dolori violentissimi chiede l’iniezione per morire serenamente gli viene negata. Se il medico la fa può essere accusato di omicidio. Ma molti la fanno, è un movimento sott’acqua che lavora in maniera clandestina».

LE RICHIESTE AI MEDICI
Un’inchiesta di Pagin99 (3 novembre) ha rilanciato lo studio del National survey of medical choices in caring for terminally ill patients in Italy, datato 2010, secondo cui in Italia un dottore su due che lavora con pazienti terminali ha ricevuto almeno una richiesta di interruzione della terapia, mentre al 23% è stata chiesta la somministrazione di farmaci letali. Secondo l’Istituto Mario Negri di Milano, scrive sempre Pagina99, circa 90 mila malati terminali muoiono ogni anno. Il 65% di questi pazienti, aggiunge l’Associazione Luca Coscioni, si fa aiutare dai medici per smettere di soffrire. 

TESTIMONIANZA AGGHIACCIANTE 
Il quotidiano riporta il racconto di un medico: «Quando arriva in reparto un malato di Sla in crisi respiratoria lo ventilo manualmente e mi faccio dire davanti a testimoni se vuole essere intubato, perché in quel caso vivrà per sempre attaccato a una macchina. Se lui rifiuta l’intubazione devo avere il coraggio di non fare più niente. Gli lascio la mascherina con ossigeno, gliene do più del dovuto, così va in apnea e smette di respirare. Muore addormentato, senza soffrire. Si può chiamare eutanasia questa? L’ho ammazzato? O gli ho evitato una sofferenza inutile? Si guarda sempre il lato legale e non la volontà di chi soffre. Una paziente mi maledice ogni giorno per averla intubata. I parenti l’hanno convinta a farsi attaccare al ventilatore. E io ho fatto così».  

NEGLI OSPEDALI DI ROMA E MILANO
Già Panorama nel 2012, aveva rivelato che tra i medici di grandi ospedali romani e milanesi, la pratica dell’eutanasia era tutt’altro che una chimera. Il settimanale raccontava il caso di Andrea, che era stato per cinque settimane ricoverato nella terapia intensiva di un grande ospedale milanese. Poi aveva chiesto ai medici e alla famiglia di non insistere. Allora i medici lo avevano rimandato a casa. E lui è spirato dopo un giorno. 

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