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La lezione che mi ha insegnato un povero… e un sogno che mi inquieta

Jésus sans-abri

© Timothy Schmalz

Aleteia - pubblicato il 14/11/14

Ho trascurato Cristo in tanti poveri... Penso a loro, ma faccio molto poco. Immaginate come sarebbe il mondo se tutti accogliessimo Cristo

di Claudio De Castro

Molti anni fa ho visto un uomo che passava davanti a casa mia. Si vedeva che era stanco, sporco e con i vestiti malridotti. Camminava curvo. Sono andato in cucina, ho preso una bottiglia di latte, ho preparato un panino e sono corso giù dalle scale per raggiungerlo.

“Tenga”, gli ho detto sorridendogli.

L'uomo ha preso il panino. Lo ha addentato. Mi ha guardato negli occhi e improvvisamente è scoppiato a piangere.

“Avevo fame”, gemeva, “avevo fame”.

Questo fatto mi ha commosso profondamente. Da quel giorno cerco di non negare nulla a chi mi chiede qualcosa da mangiare.

Pensando a quest'uomo che vive per strada, ogni volta che piove penso a lui e ai tanti come lui, che non hanno un tetto, che si stanno bagnando e soffrono il freddo e la fame.

La verità è che ho trascurato Cristo in tanti poveri.

Penso a loro ma faccio molto poco.

Immaginate come sarebbe il mondo se tutti accogliessimo Cristo.

Lunedì scorso c'è stato un acquazzone. È stato uno di quei temporali che colpiscono con forza le pareti di casa, quasi a richiamare la tua attenzione.

Stavo dormendo e mi sono svegliato pensando che dovevo verificare se il cortile si stava inondando. Allora mi sono venuti in mente quei poveri, uomini e donne, che si stavano inzuppando perché non avevano un tetto, un riparo.

Mi sono riaddormentato e ho sognato che camminavo accompagnato da una persona. Era un giovane, vestito di bianco. Pioveva e ci stavamo bagnando. Mi ha portato davanti a un edificio.

“Ecco”, mi ha detto. “Affacciati”.

Mi sono affacciato da una delle finestre. Era un locale pulito, caldo, accogliente. Ho pensato a quanto mi sarei sentito bene lì dentro in quel momento in cui stava piovendo tanto, mangiando una zuppa calda.

“Li porterai qui”, ha continuato il mio accompagnatore. “Quando piove, avranno questo luogo come rifugio. Si chiamerà RIFUGIO SAN GIUSEPPE”.

Mi sono svegliato pensando a quello. Era stato un sogno?

Se ci pensate bene, viviamo molto comodamente, sotto un tetto, mentre alcuni nostri fratelli non hanno nulla.

Questo mi ha fatto ricordare le parole di Sant'Alberto Hurtado quando esclamava emozionato: “Il povero è Cristo”.

“Cristo vaga per le nostre strade nella persona di tanti poveri addolorati, malati, allontanati dalla loro misera casetta. Cristo, accucciato sotto i ponti nella persona di tanti bambini. Cristo non ha una casa! Non vogliamo dargliela noi? 'Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me', ha detto Gesù. Il prossimo, soprattutto il povero, è Cristo stesso”.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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