Allo stesso tempo, contiamo anche ciò che facciamo male e non ci perdoniamo quando Dio ha già dimenticato il nostro male. A volte non ci crediamo degni di arrivare per ultimi e ricevere amore, e ci escludiamo, perché non conosciamo Dio, il suo amore, il suo sguardo.
Siamo come quel figliol prodigo che non conosceva suo padre e allo stesso tempo come quel figlio maggiore che ignorava anch'egli il suo cuore. La misura di Dio è senza misura.
Che misura ci sarà se la forma di Dio per pagare il nostro peccato è regalarci Gesù? Dov'è lì la giustizia o la proporzione? Egli mi aspetta anche se me ne vado; quando torno non mi rimprovera nulla e si limita ad abbracciarmi; torna a confidare in me senza dubitare anche se cado mille volte. Dov'è lì la simmetria nell'amore di Dio?
Magari potessimo guardare come Lui, amare come Lui, con il cuore grande. Un cuore che non misura se do o se ricevo, che dà senza chiedere, che se mi chiedono il mantello mi fa dare anche la tunica, o se mi chiedono di accompagnare qualcuno per una lega me lo fa accompagnare per due. Vivere senza mediocrità, con passione, senza riservarmi nulla, con le finestre dell'anima aperte, senza proteggermi, senza contare, confidando e rallegrandomi per gli altri, senza paragonarmi, senza invidie, senza gelosie.
Dio chiama tutti, qualunque sia il nostro momento, aspetta tutti, dà tutto a tutti, perché ci ama, non perché siamo perfetti, non come paga o premio per il nostro lavoro, ma gratis.
Non contare ci allarga l'anima. Quanto è bello saper dare senza misura e imparare anche a ricevere senza pensare se lo meritiamo o no! Ricevere semplicemente, grati, sorpresi.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]