Aveva sei mesi e i genitori lo lasciarono lì, al reparto di pediatria del Bambino Gesù di Roma, perché afflitto da una grave patologia neurologica che colpisce l’intestino.
Da allora l’ospedale lo ha "adottato" e cresciuto come un figlio, fino ad assumerlo come dipendente dopo la lunghissima degenza. E se lo scorso anno ha potuto diplomarsi come ragioniere, racconta, "è stato solo grazie alla Scuola in ospedale".
E’ la commovente storia di Jamal Jebli raccontata su Repubblica (21 settembre). Jamal oggi ha 20 anni, abita a San Giovanni (Roma) e consegna la posta ("ma in realtà sono un tuttofare") all’ospedale dove ha vissuto per 18 anni della sua vita.
Educazione in ospedale
Un’esperienza che oggi nella capitale conta 23 sezioni in reparto, divise fra cinque ospedali, che si avvalgono di docenti di scuole partner, come il Virgilio e il Virgilietto per il Bambino Gesù, per permettere a bambini e ragazzi ricoverati di continuare il loro percorso scolastico.
Mai più solo
Di questa esperienza in continua evoluzione – spiega, sempre su Repubblica, Alberto Antinori, prof del Virgilietto che nell’89 introdusse le medie al pediatrico del Gianicolo – "Jamal è la personificazione del successo: il suo percorso è stato il banco di prova di tutte le nostre iniziative". Jamal fra le mura del Bambino Gesù ha fatto dalla prima elementare alla quinta superiore, "anche se negli ultimi anni – racconta – quando stavo un po’ meglio, qualche volta in classe andavo, a via delle Fornaci". Anche lì, a accompagnarlo erano volontari dell’ospedale, a cominciare da padre Mario, il cappellano.
Sono loro che – insieme ai docenti – hanno portato il mondo esterno in ospedale per Jamal: lezioni d’informatica, film, tanta amicizia e… una sorpresa speciale: l’incontraro con il suo idolo, Francesco Totti. "E per un romanista sfegatato come me – racconta il ragazzo, originario del Marocco – è stato il top".