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I gesuiti aiutano ad approfondire la Evangelii gaudium

General Audience with Pope Francis – it

© Mazur/catholicnews.org.uk

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 07/09/14

Un testo presenta sette commenti alla prima Esortazione apostolica di papa Francesco

A quasi un anno dalla pubblicazione della prima Esortazione apostolica di papa Francesco, la Evangelii gaudium, esce la prima edizione con testo integrale commentato dai gesuiti de “La Civiltà Cattolica” e da alcuni gesuiti argentini che conoscono il papa da molti anni.

Il testo, intitolato “Evangelii gaudium. Testo integrale e commento de 'La Civiltà Cattolica'” (edizioni Ancora), non vuole offrire ulteriori spiegazioni all'Esortazione, che usa un linguaggio semplice e immediato, ma accompagnare nell'esperienza di contatto diretto con il testo stesso. Il lettore avrà così a disposizione un commento che spiega le radici dell'Esortazione, con il suo valore sociale e spirituale, e parla della mistica popolare che esprime, dell'importanza del dialogo e della gioia.

Nella prefazione, padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, sottolinea come la Evangelii gaudium sia “il frutto maturo di una riflessione che Papa Francesco porta avanti da molto tempo”, ma soprattutto di “una ricca e ampia esperienza pastorale, un contatto vivo con la gente della quale Jorge Mario Bergoglio è stato pastore come arcivescovo di Buenos Aires”.

Quando lo intervistò, alla fine dell'agosto 2013, mentre il pontefice stava ancora limando il testo dell’Esortazione, Bergoglio riferì a padre Spadaro alcune parole che possono risultare molto utili alla sua comprensione: “C’è sempre in agguato il pericolo di vivere in un laboratorio. La nostra non è una fede-laboratorio, ma una fede-cammino, una fede storica, una fede del tempo superiore allo spazio. Dio si è rivelato come storia, non come un compendio di verità astratte. Io temo i laboratori perché nel laboratorio si prendono i problemi e li si portano a casa propria per addomesticarli, per verniciarli, fuori dal loro contesto. Non bisogna portarsi la frontiera a casa, ma vivere in frontiera ed essere audaci”.

Nel testo, il lettore avrà in mano un ricco commento di sette gesuiti per aiutare a “coglierne le sfide”, “mostrarne le radici ma anche le prospettive”, “considerarne approcci differenti, soprattutto quello spirituale e quello sociale” e “mettere in guardia da fraintendimenti”, ha osservato padre Spadaro. “Insomma, il suo scopo è approfondire e facilitare l’incontro personale con il testo o, viceversa, una sua rilettura di approfondimento”.

“Ciò che, al di là di ogni altra considerazione, deve guidare il lettore è la disponibilità ad avere una visione della Chiesa 'in uscita' che partecipi di quello che Bergoglio ha definito 'il sogno missionario di arrivare a tutti', che è 'capace di trasformare ogni cosa'”.

Dando alla sua prima Esortazione apostolica il titolo Evangelii gaudium, il papa ha voluto far comprendere che il Vangelo non può mai essere presentato come se fosse un macigno, un peso, e che quindi le nostre scelte “non devono essere mosse dal desiderio di sicurezza, che ci impedisce, alla fine, il compito fondamentale: conferire al movimento del tempo il suo vero rapporto con il disegno di Dio, leggere il Vangelo alla luce delle sfide dell’oggi”. Per padre Spadaro, “è dunque questa lettura di stile 'profetico' la più appropriata”.

Il primo dei sette commenti è proprio di padre Spadaro e si intitola “Radici, struttura e significato della prima Esortazione apostolica di Papa Francesco”. Il direttore de “La Civiltà Cattolica” osserva che per papa Francesco “una cosa è assolutamente chiara: la Chiesa è chiamata ad annunciare la gioia del Vangelo, corrispondendo alla sua natura missionaria”. Il termine “gioia” è infatti uno dei più ricorrenti del vocabolario bergogliano.

Di quale gioia parla Papa Francesco? “È un frutto dello Spirito Santo che sgorga dal cuore di Cristo risorto”, spiega padre Spadaro. La gioia per Bergoglio è la «consolazione spirituale» di cui parla Sant'Ignazio, la «gioia interiore che stimola e attrae alle realtà celesti e alla salvezza dell’anima, dandole tranquillità e pace nel suo Creatore e Signore» (Esercizi spirituali, 316).

Solo l’incontro col Signore può dare questa gioia, non una decisione etica o l’adesione a una idea. E la gioia è di per se stessa diffusiva, attraente. Il cristianesimo non si diffonde dunque per proselitismo, ma per «attrazione».

Gli altri contributi sono di GianPaolo Salvini, S.I., su “La dimensione sociale dell'evangelizzazione”; Juan Carlos Scannone S.I. su “La realtà si capisce meglio guardandola non dal centro, ma dalle periferie”; Jorge R. Seibold S.I. su “La 'mistica popolare'”; Giandomenico Mucci S.I. su “L'importanza del dialogo”; Giovanni Cucci S.I. su “La gioia di annunciare il Vangelo”; Diego Fares S.I. su “Per una lettura spirituale della Evangelii gaudium”. 

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