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Monsignor Warduni «Fermate il massacro»

Bishop Mar Shlemon Warduni 01 – it

Noursat Jordan / Youtube

Quotidiano Meeting - pubblicato il 28/08/14

Il vescovo: «Continua il genocidio di migliaia di cristiani e di yazidi in Iraq. L’Occidente fa chiacchiere senza intervenire e bloccare la vendita di armi»

di Leonardo Cavallo

«Se continuerete a dormire i terroristi arriveranno fin sotto le vostre case!». Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia della Chiesa cattolica dei caldei, usa parole lapidarie nel denunciare l’inerzia dell’Occidente di fronte all’uccisione di migliaia di cristiani e di yazidi da parte dei miliziani dell’Isis. Il suo cuore è colmo dell’indignazione di chi è vicino a vittime innocenti, il cui grido di aiuto resta inascoltato.

Come vivono oggi i cristiani iracheni?
La situazione è catastrofica. Quello che sta avvenendo rappresenta una tragedia inimmaginabile. Migliaia di persone, moltissimi bambini,vengono ammazzati senza pietà, soprattutto i bambini yazidi. Ma come si fa ad ammazzare un bambino? Bisogna aver perduto la dignità di essere umani. Io sono qui per gridare all’Occidente di svegliarsi da un sonno profondo durato troppo tempo. Bisogna ricominciare a costruire la pace.

Ma come si fa a costruirla? Le posizioni riguardo alla situazione irachena sono sostanzialmente due: chi vuole ancora attendere e chi è pronto a intervenire. Secondo lei che cosa andrebbe fatto?
Prima di tutto bisogna intervenire, sia per via diplomatica sia, se necessario, per via armata. L’unica soluzione possibile è farla finita con l’Isis, oppure gli occidentali si risveglieranno con i terroristi sotto le loro case. Quello che sta avvenendo è un genocidio. Dov’è l’Onu? Che cosa ha detto? Ogni giorno vengono calpestati i diritti umani di migliaia di persone, che vengono costrette a fuggire, o a pagare un tributo per restare nelle loro case, o a convertirsi all’Islam. Oppure, a morire. Ma la prima cosa che chiedo ai Paesi Occidentali, ancora prima dell’intervento armato, è che impediscano l’approvvigionamento di armi ai terroristi e che puniscano chi finanzia i terroristi. Perché quando l’Iraq ha invaso il Kuwait è scattato l’embargo, mentre adesso, quando succedono cose peggiori di allora, non si fa niente? Un altro silenzio esecrabile è quello delle femministe di tutto il mondo: ogni giorno moltissime donne vengono stuprate, moltissime ragazze rapite. Trovo scandaloso che nessuno denunci lo sfregio alla dignità delle donne, specialmente quelle yazidi, rapite e vendute al mercato come schiave sessuali per diventare mero strumento di piacere dei miliziani.

Dal mondo islamico sono arrivate manifestazioni di solidarietà. Ad esempio, il capo del Supremo Consiglio islamico di Baghdad, Ammar al-Hakim, ha dichiarato che «l’islam non c’entra niente con le azioni dei guerriglieri dell’Isis ». Che cosa ne pensa?
Il vero islam non è questo: il Corano parla del Dio della misericordia, mentre questi assassini praticano soltanto l’odio e l’immoralità. Stanno distruggendo ogni cosa. Il Cristianesimo è presente in Iraq dal I secolo e ne sono rimaste testimonianze risalenti al III, che ora rischiano di venire completamente distrutte se l’Occidente non farà niente. È già successo alla moschea di Giona, che in origine era una chiesa, e ad altri monumenti. Gli assassini dell’Isis non sono veri islamici, sono esaltati che praticano il male. E i Paesi moderni farebbero bene a svegliarsi e a rendersene conto.

Che cosa ha scoperto in questi mesi difficilissimi?
Alla luce di questi tragici eventi ho capito diverse cose. La prima è che c’è tanta gente lontana da Dio. La seconda è che i Paesi Occidentali si muovono solo per interesse, primo fra tutti la vendita di armi e di petrolio. Io dico che non intervenire in maniera netta per salvare vite umane è immorale. E dico a tutti gli uomini di buona volontà di seminare la pace e l’amore: perché Dio è amore.

Qui l’originale

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