Sarebbero rimaste in Libia, ma per ragioni di sicurezza sono state costrette ad abbandonare la missione e a lasciare il paese le sorelle di due congregazioni religiose femminili: le Suore di carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea e le Suore indiane della Santa Croce. Prestavano la loro opera in un ospedale e in una clinica. Due sorelle hanno raggiunto l’Italia il 25 luglio a bordo di un aereo militare, altre sei il giorno successivo, con un volo di linea.
La congregazione dell’Immacolata Concezione era arrivata a Tripoli nel 1911 e a Bengasi nel 2012. Per 103 anni ha operato ininterrottamente. Nel bollettino in cui si da notizia dell’abbandono forzato della missione, le sorelle di Ivrea scrivono: «in Libia sono vissute suore sante, la cui vita, pur con tutti i limiti, è stata come luce del Vangelo in un luogo prettamente musulmano. Dai tabernacoli delle loro cappelle, tra i pochi rimasti aperti, Gesù copriva di benedizione l’intero paese. Ora la sofferenza più grande per tutte noi è proprio l’aver chiuso questi tabernacoli e aver lasciato soli i cristiani, destinatari della missione evangelizzatrice in Libia».