di Gianni Epifani
Ricordo come particolarmente significativa una storia, vera, tratta dal libro La città della gioia. Parla di una bambina indigente che l’autore, Dominique Lapierre, incontra in un villaggio e a cui dà l’unica cosa che in quel momento trova in tasca: un biscotto. La bambina lo accetta felice e si incammina. Dopo pochi metri vede un cane affamato. Si ferma, spezza il biscotto e gliene offre metà. Se dovessi dare un nome a questo racconto, lo intitolerei “Carità” e lo introdurrei con una citazione dello scrittore statunitense Jack London: “Un osso dato al cane non è carità – asserisce -, carità è l’osso spartito col cane quando avete fame come lui”. Un modo semplice per dire che la carità non è solo un gesto materiale, ma un frutto del cuore.
Il termine caritas deriva dalla parola greca chàris che equivale al latino gratis. E ciò che “non cerca il suo interesse” – spiega San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi – è la carità. Dunque, la caritas è gratuità e questa, a sua volta, è espressione della carità. Ma esiste un altro sentimento che, per sua natura, è disinteressato. L’amore. I greci lo chiamavano agape, intendendo con questo non l’amore fisico, l’eros, ma l’offerta di sé a chi ha bisogno, la condivisione dell’altrui sofferenza, il prendersi cura del prossimo. Carità allora non è banalmente l’elemosina né l’atteggiamento che si assume verso chi è indigente, bisognoso, solo.
Non è insomma solo l’offerta di un biscotto. Inteso così il suo significato sarebbe molto impoverito. Carità invece altro non è che amore, nel suo significato più pieno. E la Chiesa, alla cui natura appartiene il compito di amare, “espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” – ha detto Benedetto XVI nell’Enciclica Deus caritas est – attraverso i suoi organismi, la Caritas in primis, è la principale testimone della carità. “La carità – ha detto ancora il papa emerito – non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale”, anche se comprende certamente il fatto di dare “risposta a ciò che […] costituisce la necessità immediata: gli affamati devono essere saziati, i nudi vestiti, i malati curati […]”. La carità è l’“attenzione del cuore” verso chi ha bisogno. E’ l’orizzonte della vita cristiana, entro cui tutto trova senso.