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Voglio essere padre?

Be a Man Not Just Brawn or Brains Amanda Tipton – it

Amanda Tipton

Alvaro Real - Aleteia - pubblicato il 25/02/14

Argomentazioni a favore e contro la paternità

Sì, sarò padre. E come credo sarà accaduto alla maggior parte degli uomini… muoio di paura. Non mi costa riconoscerlo, anche se sono certo che se me lo domanderanno tra qualche mese negherò di averlo scritto. Visto che sto per diventare papà per la prima volta, mi sono messo a navigare su Internet alla ricerca di ogni tipo di informazione, come se esistesse un manuale di istruzioni per essere padre. Il risultato è avvilente.

Con tante informazioni e tante raccomandazioni ormai non riesco quasi a chiudere occhio, ma quel che è ancora più preoccupante è che mi rendo conto che non sono neanche arrivato a ragionare sulla mia decisione di essere padre. Quali sono i pro e i contro della paternità? Essere padre è una scelta personale? La decisione di essere padre può essere oggetto di ragionamento?

C'è chi nega la paternità al di sopra di tutto. È la corrente definita “Senza figli per scelta”, e tra le altre cosa afferma che è per “la mancanza di ragioni consistenti per avere figli”, “il fastidio che provocano i bambini”, “i cambiamenti prodotti dalla presenza dei bambini nella vita quotidiana” e “il fatto di non essere capaci di assumersi la grande responsabilità che rappresenta avere ed educare un figlio”. Sono argomentazioni molto personali nelle quali non mi identifico affatto.

I sostenitori di questo approccio affermano che sono ragioni per non avere figli il “non voler sacrificare la privacy per i bambini” o il tempo per la loro cura, “non ridurre le possibilità di promozione professionale” o “mantenere la possibilità e la capacità di cambiare studi, città di residenza, lavoro, ecc. a breve o a lungo termine visti i requisiti personali e lavorativi di mobilità”. È molto probabile che sia così e non sarò io a dire il contrario. È una visione piuttosto negativa della paternità, ed è decisamente meglio che chi la pensa in questo modo non abbia figli.

Alcuni vanno oltre e arrivano a dire cose come “si può dare un contributo maggiore e migliore all'umanità senza dover avere figli”, o “avere figli per decisione propria non è adeguato quando esistono molti bambini al mondo che vivono in condizioni disumane, alcuni dei quali in stato di adozione”. Ho letto anche visioni apocalittiche per le quali “è intrinsecamente immorale mettere al mondo delle persone, e si deve evitare la sofferenza che accompagna la vita”. Ci sono poi le femministe, che ritengono il fatto di avere figli “una costruzione sociale eteronormativa che soggioga l'identità personale e il suo progresso riducendo le opzioni dello stile di vita”.

Ho sempre pensato che rendere i problemi di una persona una questione categorica non sia una buona soluzione, e a mio avviso la vita non è una sofferenza. Non credo che il mio apporto all'umanità sia così decisivo e non riesco a capire cosa significhi “soggiogare l'identità personale”.

Dall'altro lato ci sono quelli che difendono la paternità come un bene per la società. Sono coloro che parlano del fatto di avere figli come di una forma per assicurare la vecchiaia della società del benessere, quelli che parlano della necessità dei bambini per compensare l'invecchiamento della popolazione o quelli che vedono nei bambini un modo di trasmissione culturale o sociale senza il quale saremo conquistati culturalmente.

Ci sono ragioni psicologiche, morali e anche teologiche per avere figli. Un bambino può insegnarti “pazienza, perseveranza, carità e umiltà”; può far sì che nella tua vecchiaia tu non sia solo (avere più che un bambino/a un infermiere/a); può essere il futuro dell'umanità (chissà che non sia lui a scoprire un vaccino contro il cancro, a scoprire un nuovo pianeta o a far raggiungere la pace universale) o può aiutare l'economia mondiale: più spese, più consumi, più scuole e più consumatori potenziali.

Sinceramente, e per quanto le argomentazioni a favore della natalità possano essere irrefutabili, in nessun momento mi sono venuti in mente questi benefici, e non credo che qualche padre sano di mente metta al mondo un bambino per dare un apporto all'economia mondiale, nazionale o locale, o anche personale.

Dopo tante argomentazioni a favore e contro la natalità, e terrorizzato perché l'amore tra i genitori non appare mai come elemento fondamentale, decido di non tornare a cercare informazioni su Internet su questo tema. È meglio andare a letto e gioire insieme a mia moglie dei primi calcetti e dei primi movimenti di Ada. Il giorno in cui ci chiederà perché l'abbiamo messa al mondo le dirò che è stato per amore, ovvero una decisione ben poco ragionata.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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