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Sepe scomunica le ecomafie che uccidono la Campania

Cardinal Crescenzio Sepe

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Aleteia Team - pubblicato il 30/09/13

"Chi inquina commette un delitto nei confronti del Creatore" così l'arcivescovo di Napoli durante la visita di Napolitano
“Chi inquina commette un delitto nei confronti del Creatore. E chi lo fa non può sentirsi veramente cristiano: se non si confessa riconoscendo il danno causato non può sentirsi in comunione con Dio, non può ricevere i Sacramenti di Dio!” Secondo l'arcivescovo di Napoli, chi per anni ha taciuto o chiuso gli occhi sullo smaltimento illegale di rifiuti in tutta la Campania, è da considerarsi parte integrante del disegno criminoso e malavitoso che sta provocando migliaia di morti, molti dei quali bambini (Radio Vaticana, 30 settembre).
Il cardianl Sepe invoca una vera e propria «scossa» e indica come esempio nella battaglia contro questo tipo di inquinamento ambientale don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, nel Napoletano, in prima linea per mantenere viva l’attenzione su ciò che ha definito «un’ecatombe, un genocidio» che è conseguenza di quei disastri ambientali provocati dalle narcomafie. Sepe ha deciso di lanciare il suo monito nel giorno in cui a Napoli è arrivato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per la celebrazione delle Quattro giornate, così da assicurare all'appello e alla scomunica tutta la forza e la visibilità possibili, ma anche per cercare nelle istituzioni civili una sponda. Nel frattempo, don Maurizio è riuscito a consegnare nelle mani del Presidente, le cartoline autografe delle mamme che hanno perso i propri figli morti di tumore e leucemie (La Stampa, 28 settembre).
«Gli ho detto che sono il parroco della Terra dei fuochi –  riferisce don Maurizio  – Il presidente mi ha risposto che il termine non gli piace, che vorrebbe tornare a poter chiamare quelle terre “Campania felix”. Purtroppo non è possibile, i roghi sono quotidiani. E non serve nascondersi solo dietro la camorra. Tanti industriali criminali hanno portato qui i rifiuti tossici dal nord, i camorristi gliel’hanno permesso e i politici hanno venduto il territorio per un piatto di lenticchie». Apparentemente adesso in Campania le istituzioni hanno iniziato a muoversi e ora sono d’accordo sul fatto che occorrono bonifiche. Il governatore del PDL Caldoro appoggia da un lato la proposta del giudice Raffaele Cantone di utilizzare a questo fine le risorse derivanti dai sequestri di beni ai camorristi. Dall’altra pressa però il governo per avere risorse aggiuntive. (La Repubblica, 29 settembre).

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