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Santa Beatriz da Silva

Vergine, Monaca e Fondatrice

BEATRICE

Public Domain

Beatrice nasce, con tutta probabilità, nel 1426 a Ceuta, sulle sponde dell’Africa settentrionale, allora sotto il dominio del re di Portogallo, Giovanni di Aviz. Suo padre, Dom Ruy Gomes da Silva, combatté, per la conquista della suddetta città avvenuta nel 1415, con tanto valore che il capitano della piazza, Dom Pedro de Meneses, lo ricompensò dandogli in sposa la propria figlia, Isabella, che era imparentata con le case reali di Spagna e Portogallo. Dalla loro unione nacquero undici figli i quali furono cresciuti ed educati con cura specialmente dalla madre.

Nel 1433 il padre di Beatrice si trasferì con tutta la famiglia in Portogallo come governatore della città di Campo Mayor, nel distretto di Portalegre. Qui vi trascorse la sua fanciullezza e parte della giovinezza coltivando una grande devozione alla Vergine Maria e conservandosi casta in mezzo a una nobiltà non sempre di onesti costumi. Quando Isabella, figlia del re Giovanni di Aviz, nel 1447, andò sposa a Giovanni II, vedovo re di Castiglia, volle che Beatrice da Silva, sua parente, figurasse tra le dame della sua corte. Alla corte di Tordesillas l’avvenente Beatrice, ormai maggiorenne, trovò più spine che rose. Diversi nobili e cavalieri se ne invaghirono e cercarono in tutti i modi di farla propria sposa suscitando contese e risse. Pare che neppure il re le nascondesse le sue simpatie. La regina ne rimase oltremodo irritata. Accecata dalla gelosia, una notte decise di togliere Beatrice di mezzo facendola rinchiudere in un cassone di legno. Credendosi condannata a morirvi di fame e di sete, Beatrice si rivolse con una fervente preghiera alla purissima Madre di Dio che fin da bambina aveva imparato ad amare e imitare. Maria Santissima le apparve con il Bambino Gesù in braccio, rivestita di una tunica bianca e di un manto celeste, la consolò e le predisse che avrebbe fondato un Ordine di Monache destinato a venerare la sua purissima concezione. Beatrice, riconoscente a Dio di tale favore, fece allora il voto di perpetua verginità. 

Dopo tre giorni d’indicibili pene, la santa fu liberata dalla sua prigione. Resasi conto delle passioni che la sua bellezza suscitava intorno a lei decise di abbandonare la corte. Poiché la regina le aveva dato il permesso di trasferirsi dove avesse preferito, si recò a Toledo con due sole persone di servizio per entrare nel monastero di Santo Domingo el Real di cui Caterina, zia del re di Castiglia, era badessa. Beatrice rimase ospite delle monache domenicane per oltre trent’anni, senza vestirne l’abito con un velo bianco sul volto. Velo che toglieva solamente quando una domestica le acconciava i capelli o la regina Isabella, sposa di Ferdinando, andava a farle visita.

Presso le domenicane la santa trascorse il suo tempo nell’adorazione del Santissimo Sacramento, nell’osservanza delle regole, nel servizio alle malate e nell’aiuto ai poveri. La tradizione delle Monache Concezioniste riporta che quando giunse il tempo della fondazione, Beatrice da Silva sia stata favorita da un’altra visione della Madre di Dio. Del progetto apostolico da lei concepito parlò alla regina Isabella che lo approvò donandole una casa in Toledo chiamata Palacios de Galiana, che aveva annessa la chiesa dedicata a S. Fede, martire della Gallia, sotto l’imperatore Massimiano.

Fatti i dovuti restauri, Beatrice da Silva, nel 1484, vi si trasferì con la nipote Filippa da Silva e undici giovani per dare origine, sotto la direzione dei Francescani, a un monastero di stretta clausura destinato a onorare il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria e a propagarne il culto.
Su richiesta della fondatrice e con raccomandazioni della regina Isabella Papa Innocenzo VIII (
Giovanni Battista Cybo, 1484-1492), con la lettera apostolica ‘Inter Universa’ del 30 aprile 1489, concesse che il monastero fosse costituito sotto il titolo della Concezione della Beata Vergine Maria e ne approvò i principali statuti, l’ufficio e l’abito in tutto simile a quello indossato da Maria Santissima nelle sue apparizioni a Beatrice da Silva. Tuttavia, prima che nel nuovo monastero cominciasse ufficialmente la vita comune conforme alla regola prescelta dell’Ordine dei Cistercensi, Beatrice fu avvertita in modo soprannaturale che sarebbe morta entro dieci giorni.

Colta da malattia, fu assistita da sei Frati Minori i quali le amministrarono i santi sacramenti e le imposero l’abito e il velo delle Concezioniste. Morì probabilmente il 17 agosto del 1492. Si dice che quando sollevò il velo bianco che le copriva la faccia per ricevere la estrema unzione, le sia sfavillata in fronte una stella dal colore dell’oro, stella che rimase fino alla sua morte. Si dice pure che, sul punto di lasciare questa terra, sia apparsa a Guadalajara a fra Giovanni di Tolosa, custode della Provincia di Castiglia.

Onorata come beata sin dalla morte, il culto, tributatole popolarmente, venne approvato da papa Pio XI (Ambrogio Damiano Ratti, 1922-1939) il 28 luglio 1926;  il Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) la iscrisse nel catalogo dei santi il 3 ottobre del 1976.

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