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A che età i bambini devono essere iniziati alla preghiera?

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MIA Studio|Shutterstock

Edifa - pubblicato il 10/03/20

Come tutti i genitori sanno pregare con il proprio figlio è un passo essenziale per introdurlo alla fede. Ma da che età un bambino è capace di pregare?

di Christine Ponsard

Un bambino comincia ad entrare in relazione con chi lo ama fin dalla nascita, ed anche prima, infatti fin dal momento del suo concepimento egli entra in relazione con Dio. Se la preghiera fosse stata una questione di know-how, l’età della prima preghiera sarebbe stata fissata all’età in cui il bambino comincia a parlare, o per esempio, all’età in cui comincia ad andare al catechismo, ma la preghiera è una relazione d’amore. Pregare è infatti entrare in relazione con Dio: parlare con Lui, ascoltarLo, è quindi molto semplice. Semplice come parlare con un amico, tanto più che l’Amico in questione è sempre disponibile e ci ascolta con estrema attenzione e amore infinito. Ma, allo stesso tempo, è abbastanza difficile, perché non Lo vediamo con i nostri occhi e non Lo sentiamo con le nostre orecchie, eppure Lui è lì. In ogni preghiera c’è quello che noi facciamo (il nostro silenzio, le nostre parole, i nostri gesti, le nostre distrazioni o il nostro fervore) …e quello che Dio fa. Questa è la cosa più importante: ciò che Dio fa.

Cominciate a pregare con vostro figlio fin dalla nascita
Come voi non aspettate che il bambino possa parlare per dirgli il vostro amore, cosi Dio. Dal momento della sua nascita, quando pregate con lui (o davanti a lui), Dio agisce davvero: guarda il vostro bambino, lo ama, gli comunica Se stesso. Il problema è che tendiamo a percepire la preghiera come qualcosa di astratto o come un processo a senso unico, dove conta solo ciò che fa l’uomo. Molti genitori si chiedono: “Poiché il bambino non può vedere Dio, come si renderà conto della Sua presenza? “. La risposta è semplice: vedendovi e ascoltandovi pregare egli diventa testimone della vostra preghiera, scopre con naturalezza che c’è Qualcuno a cui parlate e che ascoltate in silenzio. È un po’ come quando si telefona in sua presenza: ancora prima di sapere come si usa il telefono, capirà che c’è qualcuno all’altro capo della linea e che non parlate nel vuoto. Questo è il primo e più importante approccio alla preghiera, molto prima che il bambino sia in grado di parlare o di fare il segno della croce.

Non c’è un modo migliore di pregare con un bambino
Tuttavia le nostre parole e i nostri atteggiamenti sono importanti, perché sono loro che ci aiuteranno a stare alla presenza di Dio ed è per questo motivo, che imparare a pregare comporta anche l’acquisizione di parole e di gesti. Ma il linguaggio della preghiera è come la lingua madre: si impara per imitazione, ascoltando e ripetendo, dapprima in modo maldestro, senza capire tutto, e poi in modo sempre più elaborato e riflessivo. Il piccolo che vi ascolta ogni sera recitare il Padre Nostro e l’Ave Maria non ha bisogno d’imparare queste preghiere: col tempo saranno scritte nel suo cuore. Il valore della preghiera non si misura in base all’apparenza, non dimenticatelo mai. Alcuni bravi bambini saranno particolarmente docili e raccolti, entreranno facilmente in ciò che chiederete loro nell’ora della preghiera, altri sembreranno non prenderla sul serio, non staranno fermi e rideranno ogni tre parole. Quest’ultimi non saranno necessariamente meno devoti dei primi, e se non dobbiamo compiacerci del loro baccano, non dovete neanche preoccuparvene, l’obiettivo non è quello di farli diventare figli modello, ma di aiutarli a mettersi alla presenza di Dio. In generale, gli insegnate meglio rimanendo raccolti ed immersi nella preghiera, più che con la disciplina. Non c’è un buon modo di pregare con un piccolo: ce ne sono tanti quanti sono i bambini. Non si tratta di riprodurre in voi stessi l’esperienza degli altri, ma di trovare, per ciascuno dei vostri figli, ciò che gli permetterà di crescere nell’amore di Dio. Anche se riuscite a raccogliere consigli e idee a destra e manca, alla fine siete voi nella miglior posizione per scegliere ciò che conviene e questo evolverà nel tempo. Magari deciderete a volte di sostituire la preghiera in famiglia con una preghiera con ogni bambino poco prima di andare a dormire, oppure al contrario per un po’ rinuncerete a imporre qualsiasi cosa ad un bambino chiassoso accontentandovi di pregare davanti a lui. Ma forse potrete anche essere portati a prolungare un tempo di adorazione silenziosa ben oltre quello che avevate pianificato, e scoprirete così che sono spesso i vostri figli a guidarvi sui sentieri della preghiera.

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