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Il vero significato del riposo per un cristiano

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"Pour combattre l'hypocrisie les meilleures armes sont la franchise et la simplicité."

Edifa - pubblicato il 24/01/20

Se fossimo angeli, non avremmo mai bisogno di rilassarci, ma noi non lo siamo e dobbiamo imparare a rilassarci in modo da non soccombere agli eventi ed essere più disponibili allo Spirito Santo.

di fra’ Thomas Joachim

Tutti noi siamo ostacolati nell’azione libera dello Spirito Santo. Tesi per via delle preoccupazioni, agitati dalle nostre attività, disturbati da una persona o dal suo atteggiamento, è come se fossimo “fuori servizio” così da non permettere l’azione dello Spirito Santo. Certo, tutto questo è psicologico ed è vero anche che Dio con noi può fare tutto ciò che vuole, anche quando siamo arrabbiati. Tuttavia, può essere un bene rilassarsi al fine di facilitare la venuta dello Spirito Santo in noi.

C’è riposo e riposo

Raramente consideriamo il riposo da questo punto di vista, il più delle volte pensiamo di doverci rilassare per non soccombere agli eventi, il che è vero ma insufficiente: per il cristiano, il rilassamento dovrebbe essere correlato alla vita nello Spirito. Se, come dice San Serafino di Sarov (1759-1833), l’obiettivo della vita cristiana è di essere colmata di Spirito Santo, il rilassamento ci rende pienamente disponibili alla Sua azione in noi.

Ecco un criterio di discernimento per distinguere un buon rilassamento che predispone all’azione dello Spirito da uno cattivo che in qualche modo lo “contrista”. Questo può sembrare astratto, perché è difficile sapere cosa “contristi” o no lo Spirito Santo, ma riconosciamo ancora un albero dai frutti. Diciamo che non è vero riposo se avete ballato tutta la notte, le vostre orecchie ronzano e camminate come uno zombie per tre giorni.

Non dobbiamo perseverare in questo comportamento, anche se il rilassamento ci impedisce di crollare psicologicamente non vuol dire che è appropriato, lo è solo se non affligge lo Spirito Santo, o meglio, se ci predispone favorevolmente alla Sua azione.

I buoni consigli di San Tommaso

San Tommaso d’Aquino, il grande teologo del Medioevo, ha scritto un meraviglioso trattato sul riposo; non lo chiama così, ovviamente, ma è proprio di questo che si tratta quando, nella Somma teologica, egli si chiede quali siano i rimedi per il dolore e la tristezza. Il principio del suo ragionamento è abbastanza semplice: “Proprio come la stanchezza del corpo scompare con il riposo del corpo, così la stanchezza dell’anima deve scomparire con il riposo dell’anima. Ora, il riposo dell’anima è il piacere, e anche se le parole e le azioni in cui si cerca solo il piacere dell’anima sono chiamate intrattenimento o svago, è necessario usarle ogni tanto come mezzo per dare un po’ di riposo all’anima”.

Il fatto di essere tesi riguarda essenzialmente il corpo, quindi consideriamo le cose da questo punto di vista. San Tommaso si chiede con sagacia perché le lacrime, il bagno o il sonno addolciscono la tristezza. Dice delle lacrime che l’attenuano perché permettono alla persona che soffre di esteriorizzarsi e quindi di non focalizzarsi sulla propria tristezza. Questo è un principio da ricordare: il rilassamento va di pari passo con la distrazione e l’esteriorizzazione. Spiega che il bagno e il sonno sono rimedi alla tristezza perché si oppongono alla contrazione fisica causata dal dolore.

Amicizia e contemplazione, benefici per l’anima

Detto questo, che dire dell’anima? Quali sono i piaceri più rilassanti dal punto di vista spirituale? Questi sono, ovviamente, quelli che riguardano maggiormente la felicità, cioè l’amicizia e la contemplazione. Cosa potrebbe esserci di più piacevole e profondamente rilassante della consapevolezza di essere amati dai nostri amici e della loro presenza al nostro fianco? Cosa c’è di più rilassante della contemplazione e della gioia spirituale, che si riflette sulla nostra sensibilità?

La contemplazione, quando il suo oggetto è degno di essere ammirato (Dio, una persona, un’opera d’arte, un paesaggio …), è un semplice sguardo dello Spirito su ciò che è, e la pura gioia di sapere ciò che è. Prima di ciò, tuttavia, c’è un riposo più facile da trovare: quello dell’intrattenimento e dell’umorismo, infatti il filosofo Aristotele ne faceva una virtù (l’eutrapelìa).

“Condire” la propria esistenza

Il relax, lo sport, i bagni, ecc., riducono la tensione fisica, mentre l’esternazione, il gioco, la pratica di un’arte o un hobby, riducono la tensione che deriva dall’immaginazione e dalle preoccupazioni. Per quello che riguarda il rilassamento affettivo e intellettuale, nulla supera la presenza di amici e la contemplazione, partendo da quella artistica a quella religiosa. Tutti possono prepararsi da soli un “condimento” personalizzato con questi ingredienti.

Tuttavia, non sopravvalutiamo l’importanza del riposo. Ci sono grandi peccatori che sanno rilassarsi molto bene e ci sono santi che lo ignorano. Il riposo non è un valore assoluto perché è finalizzato all’attività e non viceversa. Come suggerisce San Tommaso, si tratta del condimento e non dell’ingrediente principale: ne basta poco.

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