“Cerchiamo di dare conforto a chi soffre”, ha affermato Massimiliano Menichetti, responsabile della Radio Vaticana
Da questo lunedì, 21 marzo 2022, la Radio Vaticana intensifica le trasmissioni a onde corte verso l’Ucraina e la Russia. Programmi di venti minuti in russo e in ucraino verranno trasmessi ogni mattina per aiutare la popolazione locale. Questo approccio fa parte della lunga storia del servizio della Radio Vaticana ai cristiani colpiti da guerra o persecuzione.
“Cerchiamo di dare conforto a chi soffre”, ha affermato Massimiliano Menichetti, responsabile della Radio Vaticana, a I.Media, specificando che le trasmissioni saranno un misto di programmi religiosi, liturgici e informativi, partendo dal lavoro di team presenti sul posto.
Vari giornalisti dei programmi della Radio Vaticana in italiano, francese, ceco e rumeno sono stati inviati negli ultimi giorni nei Paesi confinanti per raggiungere i rifugiati ucraini e raccontare storie dando voce alla gente che soffre.
Conferma del valore delle onde corte
I vari strumenti per la trasmissione digitale, e in particolare le reti sociali, non hanno cancellato i metodi più tradizionali. Le trasmissioni a onde corte “permettono di sostegno spirituale a lunga distanza, entrando nelle case”, spiega Massimiliano Menichetti.
Durante gli sforzi per riformare la rete di comunicazione della Santa Sede, è stata proposta un riduzione delle trasmissioni. Sono già stati intrapresi dei passi in questo senso durante l’amministrazione gesuita della Radio Vaticana, prima della creazione del Dipartimento per le Comunicazioni, ma questo sviluppo ha suscitato preoccupazione per le popolazioni senza accesso a Internet e per le stazioni radiofoniche partner che ritrasmettono parte delle trasmissioni della Radio Vaticana su FM.
Il valore di questo metodo è stato sottolineato di recente dalla testimonianza di padre Pierluigi Maccalli, ex ostaggio in Niger. Dopo il suo rilascio, il missionario ha affermato che durante la sua prigionia nel Sahara aveva ascoltato la Radio Vaticana in francese grazie alle trasmissioni a onde corte.
Dopo di questo, l’idea di limitare le trasmissioni a onde corte della Radio Vaticana alla Penisola Arabica e alla Cina, e quindi rinunciare alle trasmissioni all’Africa e all’Europa Centrale, non era più all’ordine del giorno.