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10 curiosità sul Beato Angelico

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© Collection Dagli Orti/Aurimages

Maria Paola Daud - pubblicato il 20/02/22

Il pittore che dipingeva in ginocchio, pregava prima di dipingere e altre 8 curiosità

L’artista e frate domenicano Guido di Pietro nacque a Vicchio (Firenze) nel 1395.

I manoscritti

Iniziò la sua carriera artistica realizzando manoscritti in testi religiosi come i messali.

Divenne presto un grande maestro nell’arte della miniatura, una disciplina rigorosa, che gli servì nelle sue opere successive.

Tre nomi diversi

Nel 1423 entrò tra i Domenicani del convento di Fiesole, e Guido di Pietro divenne fra’ Giovanni da Fiesole.

In seguito divenne noto come Beato Angelico, appellativo che gli venne dato dallo storico dell’arte Giorgio Vasari, che lo considerava “angelico” per la toccante religiosità di tutte le sue opere e per la sua umanità e umiltà.

Prima di dipingere pregava

Si dice che l’artista non dipingesse se prima non aveva pregato, e che non correggesse mai le sue opere. Era convinto che ogni pennellata avesse un’origine divina.

Il suo lavoro angelico

I suoi dipinti vennero infuenzati dal gotico internazionale, e inserì la prospettiva architettonica per collocare le immagini dando loro volume e profondità.

Univa l’estetica gotica a quella rinascimentale, utilizzando l’arte per diffondere il Vangelo.

La sua arte testimonia una vita trascorsa nella pienezza cristiana.

Da Firenze a Roma e in tutto il mondo

Nel corso della sua vita dipinse vari temi sacri: Annunciazione, scene della Passione, Vergini intronizzate e santi.

Realizzò i suoi dipinti a Firenze, ma gli vennero commissionati lavori anche a Orvieto, Perugia e Roma, dove venne chiamato da Papa Eugenio IV e poi da Papa Nicolò V, che gli fece dipingere la sua famosa cappella.

Molte delle sue opere si trovano anche al Museo del Prado di Madrid (Spagna).

(Prosegue dopo le foto)

Affreschi che dovevano ispirare

Nel convento di San Marco di Firenze, dipinse insieme al suo discepolo Benozzo Gozzoli 50 affreschi, la cui unica funzione era ispirare i monaci nella meditazione.

In ginocchio

Il Beato Angelico dipingeva in genere in ginocchio. La pittura era per lui un atto di devozione, e diceva: “Per dipingere le cose di Cristo si deve vivere con Cristo”.

Ispirò Leonardo da Vinci

Il suo messaggio artistico influì fortemente sul più grande pittore fiorentino del XV-XVI secolo, Sandro Botticelli, e su altri artisti come Domenico Veneziano, Piero della Francesca e perfino Leonardo da Vinci, per il suo uso innovativo del paesaggio e la composizione.

La sua tomba si trova a Roma

Il Beato Angelico morì a Roma nel 1455. Si trovava nella casa generalizia dei Domenicani, accanto alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, dove oggi c’è la sua tomba.

Beato prima della beatificazione

Anche se veniva chiamato beato già dal XV secolo per il suo esempio di santità, è stato beatificato solo il 3 ottobre 1982 da San Giovanni Paolo II.

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