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5 motivi per cui i santi sono più divertenti dei peccatori

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Renata Sedmakova | Shutterstock

Tom Hoopes - pubblicato il 02/11/21

Per qualche ragione, la nostra cultura si è convinta che il male sia più divertente del bene, ma non è così

Un brano del musical Hamilton descrive come condurre un duello. Se perdi, avverte, “Prega che l’inferno o il paradiso ti lasci entrare”. Mi ricorda la vecchia canzone di Billy Joel in cui dichiara “Preferirei ridere con i peccatori che piangere con i santi”.

Per qualche ragione, la nostra cultura si è convinta che il male sia più divertente del bene, ma semplicemente non è così, e la festa di Ognissanti è il giorno perfetto per ricordarlo.

In primo luogo, il bene è più divertente nelle storie migliori.

Si può notare un problema tra i nostri narratori, da Milton – che rende Satana più interessante di Adamo nel Paradiso perduto – agli eroi torturati e ai cattivi affascinanti della Marvel: i letterati ora chiedono “Un personaggio virtuoso può essere interessante”?

La risposta migliore è nutrire l’immaginazione con eroi letterari affascinanti, da Aslan a Jean Valjean, film in cui le virtù maschili trionfano, eroine positive ispiratrici, da Anna dai Capelli Rossi a Elizabeth Bennet e film su donne di valore.

In secondo luogo, i vostri personaggi preferiti sono i buoni.

Simone Weil ha scritto: “Il male immaginario è romantico e vario, il male reale è tenebroso, monotono, sterile, noioso. Il bene immaginario è noioso; il bene reale è sempre nuovo, meraviglioso, coinvolgente”.

Pensateci: l’imprenditore che ha costruito la banca della vostra comunità è sicuramente più interessante di chiunque la derubi, la gente che rende vivibile la vostra città è di gran lunga più grande di chi vive come un parassita alle spalle dei loro sforzi, e le amicizie che preferite sono piene di positività, non di negatività.

Terzo, le brave famiglie sono più divertenti.

Come ho già scritto, la prima frase di Anna Karenina di Tolstoj è sbagliata. Dice: “Le famiglie felici sono tutte uguali; ogni famiglia infelice lo è a modo suo”, ma è vero il contrario.

Le famiglie sante non sono sempre perfette, ma sono sempre più felici. San Basilio il Vecchio, sua moglie Santa Emmelia e i loro 10 figli, tra cui San Basilio il Grande, San Pietro di Sebaste e San Gregorio di Nissa, e la figlia maggiore, Santa Macrina, che si è presa cura di tutti loro, erano quasi perfetti.

Meno perfetta era la famiglia di San Vladimiro da Kiev. Il santo ha allevato San Boris e San Gleb, ma si è sposato varie volte prima di convertirsi, e aveva anche allevato i fratellastri che li hanno uccisi.

Leggete la Bibbia per verificare come gioia e problemi coincidano, ad esempio nella storia dei sette fratelli maccabei o nelle vicende della Sacra Famiglia, sempre in preda ai problemi ma irrimediabilmente felice. E parlando della Bibbia…

Quarto, il bene che compiamo è più duraturo del male che facciamo.

Il Libro dell’Esodo ci dice che Dio infligge punizioni “fino alla terza e alla quarta generazione”, ma benedice “fino alla millesima generazione” chi Lo ama e ne osserva i comandamenti.

Gli scienziati che studiano epigenetica e traumi intergenerazionali provano che la prima parte è vera.

La nostra epoca mostra la veridicità della seconda. Nella prima domenica di Pentecoste c’erano 3.000 convertiti al cristianesimo, e oggi abbiamo 2,3 miliardi di cristiani in tutto il mondo. La popolazione africana è aumentata del 6.750% dal 1900. Dopo una notevole crescita nel XXI secolo, l’India ha oggi cinque volte i cattolici dell’Irlanda, e la Cina avrà presto più persone che assistono alla Messa dell’America.

Ogni cristiano oggi è qui grazie a ere di testimonianza e bontà cristiana.

In quinto luogo, le nostre storie personali raccontano lo stesso.

Un’ultima argomentazione per spiegare quanto il bene sia più potente del male si ritrova nel Vangelo del giorno di Ognissanti. Un semplice esperimento mostra che l’opposto delle beatitudini non è vero:

  • Beati i poveri in spirito – mentre gli avidi sono vuoti e tristi.
  • Beati coloro che piangono – ma non quelli che induriscono il proprio cuore.
  • Beati i miti – gli arroganti non lo sono.
  • Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia – mentre gli apatici non hanno gioia.
  • Beati i misericordiosi – perché non sono pieni di amarezza e risentimento.
  • Beati i puri di cuore – mentre i lussuriosi sono sempre insoddisfatti.
  • Beati gli operatori di pace – mentre i facinorosi sono sempre arrabbiati.
  • Beati voi quando vi perseguiteranno – resistere ai bulli vi rende eroici.

E allora festeggiamo i santi, le persone più felici e interessanti che siano mai vissute.

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