E’ un fenomeno poco conosciuto ma realmente accaduto, anche di recente: stiamo parlando della liquefazione del sangue stimmatizzato di San Francesco d’Assisi.
Massimo Santilli fa un indagine su questo fenomeno nel libro “Il sangue di Francesco” (Edizioni Archivio Tradizioni Subequane).
I casi più clamorosi sono due: quello delle reliquie di sangue presenti al santuario della Verna, sull’Appennino toscano, dove San Francesco ha ricevuto le stimmate nel 1224; e quello del santuario di Castelvecchio Subequeo, nell’aquilano, dove gli episodi di liquefazione sarebbero diversi.
La pezzuola imbevuta di sangue alla Verna
Nel santuario della Verna si registra il fenomeno mistico della liquefazione del sangue delle Sacre Stimmate di cui è imbevuta una pezzuola che presenta un insolito color rosso vermiglio. La reliquia del sangue stimmatizzato è custodita nel tabernacolo novecentesco ed è portata solennemente in processione alla Cappella delle Stimmate nelle più importanti celebrazioni festive.
Papa Paolo V e Clemente IX - il quale nel 1669 “elevò la ricorrenza a festa di precetto, stabilendo contestualmente il suo inserimento nel Breviarium Romanum” - ne ribadirono l’estensione celebrativa a tutta la chiesa universale. Il Pontefice francescano Clemente XIV, infine, innalzò la ricorrenza festiva al rito doppio.
La testimonianza della liquefazione del 1901
L’episodio della liquefazione del sangue di San Francesco, custodito dai religiosi della Verna risulta effettivamente avvenuto (e documentato), nel 1901. Fu allora che una giovane donna di Arezzo mostrando dapprima scetticismo a riguardo, assistette insieme ad altre persone all’evento straordinario. Cioè lo scioglimento della sostanza ematica di cui è impregnata la citata porzione di tela grezza, che il santo teneva sul costato per asciugare la piaga sanguinante.
Il sigillo del vescovo
Il fatto prodigioso fu riconosciuto dal Vescovo di Massa e Populonia nella sua relazione sottoscritta dai testimoni oculari della vicenda, e dagli ecclesiastici presenti alla notificazione dell’accaduto.
È stato possibile accertarsi della veridicità dell’avvenimento attraverso la consultazione di originali documenti d’archivio, resi disponibili in via eccezionale all’autore del libro.
I casi di liquefazione a Castelvecchio tra il ’500 e il 2013
Diverso è il caso di Castelvecchio Subequeo, in provincia di L’Aquila. Qui è avvenuto il più recente episodio di fluidificazione del sangue stimmatizzato.
È in un pregevole reliquiario della metà del XIV secolo, all'interno della chiesa di San Francesco, che si contengono alcune gocce di sangue raggrumato, interessate dal fenomeno mistico della liquefazione ripetutosi anche di recente. Nel capoluogo subequano, casi di scioglimento della sostanza ematica sono documentati in periodi diversi dal 1500 al 2013.
L’episodio dell’1 ottobre 2013
Nell’ottica di una collocazione cronologica del fenomeno di liquefazione del sangue delle stimmate, la prima deposizione è quella di Pietro Ridolfi da Tossignano. Nel 1586 ne parla la sua "Historiarum". Molto autorevole e dettagliata è anche la testimonianza di metà settecento dell’Antinori.
La rassegna documentale si completa con il più recente episodio datato 1 Ottobre del 2013, affermato da dieci testimoni oculari (fra cui tre frati e una suora). Essi hanno redatto un apposito verbale sottoscritto dagli stessi e consegnato alle autorità ecclesiastiche per le opportunità del caso. A seguito di quest’ultimo evento, l’antico reliquiario è stato posto in ostensione permanente entro una teca di cristallo, collocata sopra l’altare della cappella dedicata al santo nel solco di una secolare consuetudine.
La processione del 17 settembre 1952
Fra la testimonianza di metà settecento dell’Antinori e il caso del 2013 si pone, a memoria d’uomo, ancora un altro avvenimento di liquefazione del sangue “de sacris Stygmatibus”.
Si registra nel 1952, durante lo svolgersi della processione del 17 settembre e che è reso noto da un resoconto orale di Angiola Facchini (Classe 1929).
Le altre testimonianze recenti
Come viene narrato da Antonio Iannicca di Gagliano Aterno, taluni suoi amici di Castelvecchio, fra i quali Iolanda Olivieri, si recavano negli anni ’60 in chiesa e raccontavano di aver chiaramente sentito “bollire” il sangue nelle sere fra il 3 e il 4 di ottobre.
Lella Valeri riferisce che negli anni ’70 si portava con le sue amiche in chiesa per l’auscultazione delle gocce di sangue, che stillavano dentro la nicchia posta sotto l’originario altare del santo.
Questi sono gli ultimi episodi che si possono considerare attendibili prima dell’ultima liquefazione del sangue delle stimmate, avvenuta il primo Ottobre del 2013.
Dove si trovano le reliquie del sangue di San Francesco
Le reliquie di sangue di San Francesco, oltre a quelle soggetto al fenomeno della liquefazione, si trovano in diverse altre località italiane.
Una mappa delinea un itinerario che ha come punto più settentrionale la basilica di sant’Antonio di Padova e punto più meridionale il Museo del Tesoro di san Gennaro di Napoli.
Il percorso, passando per Bologna e raggiungendo Castel Bolognese, segue gli Appennini attraverso il santuario della Verna, la basilica di San Francesco di Assisi, le chiese di San Francesco di Ascoli Piceno e di Castelvecchio Subequo, il santuario francescano di Santa Maria occorrevole di Piedimonte Matese. Di qui scende a Napoli e risale a Roma (basilica di San Pietro in Vaticano, chiese delle santissime Stimate di san Francesco e di San Francesco a Ripa).