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Un disegno di legge in Spagna vuole la prigione per le persone pro-vita che aiutano le gestanti

PROLIFE, ABORTION, SLOGAN

StunningArt | Shutterstock

Francisco Vêneto - pubblicato il 23/09/21

Una piattaforma pro-vita denuncia l'attivismo giudiziario dell'industria dell'aborto dietro la proposta che persegue i difensori della vita

Un disegno di legge in Spagna vuole la prigione per le persone pro-vita che aiutano le gestanti nelle vicinanze delle cliniche abortive.

Secondo la proposta, portata avanti dal Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), il Codice Penale spagnolo passerebbe a considerare criminale l’atto di promuovere, favorire o partecipare a “concentrazioni nelle prossimità di luoghi abilitati a interrompere le gestazioni”, perché, secondo l’ideologia promotrice, le manifestazioni pro-vita equivarrebbero a un ‘attentato alla libertà o all’intimità’ della donna”.

Il progetto criminalizzerebbe, quindi, il lavoro dei volontari pro-vita, e se approvato potrebbe portarli alla prigione per un periodo da 3 mesi a un anno. Tra le azioni incriminate ci sono proprio quelle fondamentali di presa di coscienza delle gestanti negli spazi pubblici vicini alle cliniche abortive.

La piattaforma cittadina Hazte Oír ha già raccolto più di 20.000 firme per chiedere che i deputati spagnoli respingano il disegno di legge che vuole il carcere per le persone pro-vita. Nella presentazione della petizione, la piattaforma pro-vita afferma:

“La sinistra radicale ha già stabilito la data per l’incarcerazione dei volontari pro-vita: sarà martedì prossimo, quando i deputati voteranno il disegno di legge che rende crimine penale l’attività di salvatori e volontari contro l’aborto”.

“La proposta di alterazione penale per perseguire le persone pro-vita si basa su un rapporto elaborato dall’organizzazione pro-aborto ACAI nel 2018”, prosegue il testo. “Si tratta di una riforma richiesta anni fa dalla stessa industria abortista. Chi guadagna milioni con l’affare di smembrare, dissolvere nell’acido o semplicemente estirpare bambini dall’utero materno è infastidito dai volontari di ogni età il cui unico proposito è convincere le madri in difficoltà che l’aborto non è la soluzione”.

La piattaforma di azione cittadina conclude:

“Si infastidiscono perché gli attivisti pro-vita sono l’ultima speranza che resta a quelle donne che in molti casi vengono condannate e costrette ad abortire. Gli attivisti pro-vita salvano i bambini e smascherano le menzogne dell’industria abortista e dei politici al suo servizio. È arrivato il momento di chiarire da che lato stiamo e di convincere i portavoce dei gruppi parlamentari del fatto che questo disegno di legge è un’atrocità. Firmate, per favore!”

Il gruppo cristiano 40 Giorni per la Vita, difensore dei diritti del nascituro, ha iniziato il 22 settembre e proseguirà fino al 31 ottobre la sua iniziativa annuale di 40 giorni di preghiere quotidiane davanti alle cliniche abortive. In Spagna, l’iniziativa si svolgerà davanti a una clinica della città di Córdoba.

Questo tipo di azione, in uno spazio pubblico, sarà considerata “crimine” nel caso in cui venga approvata la proposta di cambiamento nella legge spagnola.

Se volete firmare la petizione della piattaforma Hazte Oír perché i parlamentari spagnoli respingano il disegno di legge che chiede la prigione per le persone pro-vita, informatevi a questo link:

Hazte Oír – “Vote NO a la Propuesta de Ley para criminalizar a los provida”

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